Il raddoppio della linea ferroviaria Palermo-Messina, ovvero il “Deserto dei Tartari” dei siciliani

LA CISL SICILIANA SI STUPISCE CHE I LAVORI DI QUEST’OPERA QUASI ‘OMERICA’ SIANO STATI INTERROTTI. NON SANNO, ‘STI GIOVANI SINDACALISTI, CHE L’ESSENZA DI QUESTA TRATTA DI LINEA FERRATA E’ TUTTA NELL’ASSENZA, OVVERO NELL’OLIMPICA CERTEZZA CHE RESTERA’ INCOMPIUTA

“Non è possibile che si fermi un’opera così importante per la collettività, perdendo risorse economiche e umane. Chi ha sbagliato deve pagare, ma non si gettino a mare la realizzazione di un’infrastruttura per il territorio e il posto di lavoro di tanti operai”.

Lo dichiarano Mimmo Milazzo, segretario generale Cisl Palermo Trapani e Antonino Cirivello, segretario generale Filca Cisl Palermo Trapani, commentando lo stop al cantiere per il raddoppio della linea ferroviaria Palermo-Messina, nel tratto compreso tra Fiumetorto e Cefalù.

“Esprimiamo profondo disappunto per l’ennesima battuta d’arresto – aggiungono Milazzo e Cirivello – e invitiamo tutti, il general contractor, la stazione appaltante e l’azienda affidataria, ad assumersi le proprie responsabilità”. “Nessuno – concludono Milazzo e Cirivello – pensi di far pagare conti salati al territorio, che subisce questo scempio e viene privato di un’opera indispensabile, né si immagini di danneggiare i lavoratori, mortificandone la dignità. Noi non lo permetteremo”.

Noi non siamo stupiti dello “stop al cantiere per il raddoppio della linea ferroviaria Palermo-Messina, nel tratto compreso tra Fiumetorto e Cefalù”. Semmai ci saremmo stupiti del contrario. 

Quando abbiamo cominciato il nostro lavoro di giornalisti – era il 1978 – occupandoci per lo più di economia, si parlava del raddoppio della linea ferroviaria Palermo-Messina. E tutti se ‘meravigliavano’ che le ferrovie siciliane, alla fine degli anni ’70, erano sostanzialmente quelle lasciate “dall’ex Ministro dei Trasporti Bernardo Mattarella, tra gli anni ’50 e gli anni ’60”.

Nella prima metà degli anni ’80 si parlava sempre del raddoppio della linea ferroviaria Palermo-Messina, con l’inizio dei lavori che veniva dato per “imminente”. Ma ‘sti lavori, per motivi misteriosi, restavano sempre con le valigie tra le mani: non partivano.

Nella seconda metà degli anni ’80 si parlava sempre del raddoppio della linea ferroviaria Palermo-Messina. I lavori erano sempre “imminenti”, ma non iniziavano mai e, se iniziavano, non si sa perché, si interrompevano. Sempre.

Era una bellissima gara “a chi non finisce prima”: sarebbe rimasta a metà l’autostrada Palermo-Messina (lavori iniziati nei primi anni ’60) o il collegamento ferroviario Palermo-Messina? Si accettavano scommesse.

Nei primi anni ’90 c’è una ‘novità’: le Ferrovie dello Stato hanno già sbaraccato o stanno finendo di sbaraccare i “rami secchi”. Erano i collegamenti “a scartamento ridotto” – tratte ferroviarie bellissime, con paesaggi da favola – abbandonate all’incuria per ‘risparmiare’ (di fatto, per ‘acume’, i protagonisti di questa follia possono a ragione essere considerati gli antesignani dei Governi Monti, Letta e Renzi).

Insomma, nei primi anni ’90 e nella seconda metà degli anni ’90 i siciliani scoprivano che il sistema ferroviario dell’Isola non era, come negli anni ’70 e ’80, uguale a quello lasciato in eredita dall’ex Ministro dei Trasporti, Bernardo Mattarella, ma era addirittura peggiorato.

Questo perché, ‘grazie a Dio’, le Ferrovie – nel frattempo trasformate in società – per la Sicilia non avevano migliorato un tubo. O avevano dismesso, o avevano lasciato tutto immutato. A cominciare dal mitico ‘raddoppio’ della Palermo-Messina che restava sulla carta, ma sempre “imminente”.

Idem per l’autostrada Palermo-Messina, che rimaneva una ‘incantevole’ incompiuta, gareggiando con le ferrovie in questa strana gara del ‘non fare’.

Nei primi anni del 2000, il ‘sorpasso’. Il Governo Berlusconi, versione contratto con gli italiani, un milione di posti di lavoro, due aliquote fiscali e ‘palle varie’, decide che è il tempo di completare l’autostrada Palermo-Messina: e così sarà.

Sarà un’apertura raffazzonata, incasinata, con appalti ‘mirabolanti’ tutto-io-tutto mio: un apertura, insomma, attaccata con la saliva: tant’è vero che in quest’autostrada, gestita dal Cas – Consorzio autostrade siciliane – negli anni successivi, ne succederanno di tutti i colori. Ma il ‘sorpasso’ ci sarà: dunque autostrada Palermo-Messina 1 – raddoppio ferroviario Palermo-Messina 0.

Dieci anni dopo – siamo arrivati ai nostri giorni – l’autostrada è ancora a aperta, anche se fa acqua da tutte le parti. Mentre il raddoppio ferroviario Palermo-Messina, come direbbero in Sicilia, fici i filini.

C’è stata, è vero, l’illusione che i lavori del raddoppio di questa linea ferroviaria prendessero il via. Ma, sempre ‘grazie a Dio’, è stato solo un attimo. Dopo lo ‘straniato’ momento di estasi, le Ferrovie si sono ricordate del passato in una tratta ferroviaria che, alla fine, è un po’ il “Deserto dei Tartari” della Sicilia: il tema della vita come attesa che culmina nella rinuncia…

 

 

Giulio Ambrosetti

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