Il presidente Mirri lancia un appello alla città «C’è gente più ricca di me, ma si faccia avanti»

Davanti, nella sala stampa dello stadio Renzo Barbera, c’erano gli operatori dell’informazione ma è come se di fronte avesse avuto idealmente tutto il popolo rosanero. Un’intera comunità alla quale il presidente del Palermo, Dario Mirri, ha voluto esprimere sensazioni e stati d’animo proiettandosi inevitabilmente verso il futuro una volta terminata la stagione in seguito alla sconfitta di Avellino – trasferta per la quale il club ha ringraziato la Turris per l’ospitalità ricevuta a ridosso del match e introdotta dal cordoglio per la scomparsa dell’ex difensore azzurro Tarcisio Burgnich, giocatore del Palermo all’inizio degli anni Sessanta – che ha sancito l’eliminazione della compagine di Filippi dai playoff.

Sotto la lente di ingrandimento la tematica relativa agli sviluppi sul fronte societario. «Ricerca di investitori? Di fatto si è accelerato il processo di rifinanziamento – ha spiegato Mirri – l’impegno con Di Piazza, che stiamo rispettando, era triennale ed è un impegno senza accampare scuse, andando avanti sempre con la barra dritta. Il recesso di Di Piazza (che sarà effettivo dall’11 giugno, ndr) accelera questo processo. Arriveremo al 2022 con le risorse destinate ma poi dovremo pensare al futuro. Il Palermo è sempre stato e sarà ancora una casa di vetro e lo ribadisco con la consapevolezza che non resteremo tutta la vita. E’ chiaro che Palermo non è Zurigo o Novara, Firenze o La Spezia: al Sud c’è poco e non è facile trovare qualcuno disposto ad investire. Dobbiamo sperare che possa avvicinarsi un’opportunità. Anche Di Piazza ha fatto delle verifiche sondando il mercato internazionale ma non si è andato oltre i primi colloqui. Bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare».

Ed è partendo da questi presupposti che il numero uno del club di viale del Fante ha voluto lanciare un appello alle forze produttive della città: «E’ ora che la città si svegli e che stia vicino alla squadra, soprattutto nei momenti difficili. Io non sono certamente la persona più ricca a Palermo ma permettetemi di dire che finora ho dimostrato amore nei confronti della squadra e mi piacerebbe vedere qualcuno disposto a fare la stessa cosa che ho fatto io, con lo stesso coraggio e lo stesso attaccamento ai colori. Dico questo perché a Palermo, la quinta città d’Italia anche se indietro nei numeri dal punto di vista del reddito pro capite, sicuramente c’è chi ha grandi disponibilità in termini risorse finanziarie. Il problema è dimostrare amore per i colori rosanero e voglia di investire. Non abbiamo bisogno di gente che si presenta con la sciarpa rosanero al collo e poi tifa magari per un’altra squadra».

La società ha incaricato la banca d’affari Lazard di dare un valore al pacchetto azionario del club («Sarà il mercato a stabilirlo») e a cercare nuovi soci ma, in attesa di sviluppi ed eventuali novità, gli scenari sul fronte societario non cambieranno. E si cercherà, pertanto, di fare il massimo con quello che si ha: «Abbiamo dovuto anticipare parte del capitale previsto per la programmazione del piano triennale per coprire le perdite di questa stagione (circa otto milioni di euro, ndr) caratterizzata dall’assenza di ricavi. L’emergenza Covid ha coinvolto tutti ma a Palermo, complici i costi che abbiamo dovuto sostenere, ha avuto un impatto maggiore rispetto ad altre realtà calcistiche. Restano 5 milioni per impostare la prossima stagione».
Che, a queste condizioni anche di natura economica, probabilmente ripartirà dal tecnico Giacomo Filippi in panchina sfruttando un finale positivo e i progressi oggettivi evidenziati dalla squadra nelle ultime settimane sotto la gestione dell’allenatore di Partinico. «Dobbiamo condividere determinate scelte e programmi ma abbiamo iniziato a parlare e lo faremo anche nei prossimi giorni. Per quanto mi riguarda ha fatto bene e ha dimostrato di avere tutto per allenare il Palermo. Peraltro sono stato con lui ieri sera e mi ha detto che con 5-6 giocatori secondo lui questa squadra diventa competitiva. Ma colgo l’occasione del capitolo legato alla gestione Filippi per dire che le analisi vanno fatte con coerenza e che con il senno di poi è sempre più facile parlare. Avevamo accolto Boscaglia dicendo che era il miglior allenatore che potessimo prendere. Qualcosa evidentemente non ha funzionato ma non mi sento di dire che Filippi sia migliore di Boscaglia, la differenza l’hanno fatta i risultati. E poi perché non viene sottolineato che i dirigenti che avevano fatto male nei primi sei mesi sono gli stessi che poi ad un certo punto hanno avuto ragione affidando la squadra a Filippi con una scelta coraggiosa fatta per il bene del Palermo? Detto questo – prosegue Mirri – è chiaro che bisognerà prendere spunto da ciò che è successo in questa stagione per non ripetere alcuni errori. E in questo contesto aggiungo che (il riferimento è al possibile taglio degli ingaggi più elevati, ndr) verranno fatte anche delle valutazioni con l’obiettivo di ottimizzare le risorse».

E a proposito di programmi che riguardano la parte tecnica, Santana e Martin (entrambi in scadenza il 30 giugno, ndr) faranno ancora parte del progetto a tinte rosanero? «Mario è la storia del Palermo. E’ il presente e anche il futuro. Da tifoso, cioè da una prospettiva diversa e a volte conflittuale con quella del presidente, mi auguro che continui a giocare ma posso confermare che, al di là di tutto, non andrà via né da Palermo né dal Palermo. Non so cosa verrà deciso in merito a Martin, certamente non lo ‘butteremo a mare’. Cosa che, invece, probabilmente si sarebbe verificata se non lo avessimo confermato all’inizio della scorsa stagione. Futuro di Lucca? Dovranno incastrarsi varie componenti ma è chiaro che sarà determinante comunque la volontà del giocatore».

Quella del presidente, parlando appunto di volontà, è dare credibilità e continuità al suo progetto («La squadra, che adesso ha una base da cui ripartire, verrà costruita sempre con l’obiettivo di vincere ma poi bisogna fare i conti anche con la realtà e con tante variabili») e rispettare gli impegni presi dando lustro alla società, ad esempio, con la nascita del centro sportivo: «Un mio amico – ha rivelato Mirri che in concomitanza con l’ultimo allenamento stagionale dei rosanero prima del rompete le righe e della cena finale con gli sponsor ha speso parole di elogio nel corso della conferenza stampa nei confronti della formazione Primavera e della squadra femminile ad un passo dalla promozione in B – mi ha detto che con il centro sportivo non si fallirà più e ha ragione. Considero il centro sportivo un asset fondamentale per lo sviluppo della società. E stiamo elaborando, inoltre, uno studio di fattibilità per il restyling del Barbera. Stadio che, per motivi logistici ma anche per ragioni affettive, fino a quando sarò io il presidente il Palermo sicuramente non lascerà».

Antonio La Rosa

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