Di scena la legge Antiparentopoli ‘inchiummata’ dal Commissario dello Stato
E inutile che ci giriamo attorno: al Governo di Rosario Crocetta non gliene va bene una. Alle minchiate (definizione de Il Fatto quotidiano delle accuse di infiltrazioni mafiose lanciate dal presidente della Regione ai Movimenti No Muos) e ai flop sullacqua e sui rifiuti si aggiunge adesso una pesante impugnativa.
Di fatto, la legge Antiparentopoli è andata a farsi benedire. A meno che il presidente della Regione ripudi per sempre Don Abbondio e, prendono il coraggio tra le mani, non pubblico lo stesso una legge, anche se impugnata, voluta proprio da lui.
E quello che si augura il presidente dellArs, Giovanni Ardizzone. Che, in un comunicato spiega: Non posso credere che il presidente Crocetta abbia potuto, così in fretta, prendere le distanze da una norma, da lui fortemente voluta, in ordine alle incompatibilità nel campo della formazione professionale. In questa fase, il governatore si limiti a comunicare se è ancora dello stesso avviso sulle incompatibilità e se intende resistere, difendendo la sua norma davanti alla Corte costituzionale.
Insomma, presidente Crocetta, i suoi bravi giuristi – che le hanno consigliato di portare a Sala dErcole il testo di questa legge, di certo assicurandole che sarebbe passata indenne dal vaglio degli uffici del Commissario dello Stato – se la sentono di presentare questo ricorso alla Consulta?
Il presidente Crocetta, che in questi primi nove mesi di Governo è diventato molto noto per la sua straordinaria coerenza che a tanti ricorda il celebre Volli, sempre volli, fortissimamente volli: o quasi (lacqua prima pubblica e poi privata, il Muos di Niscemi prima avversato e poi definito uno strumento di pace e altre rare perle), ha tirato in ballo le dinamiche parlamentari.
Che sarebbero? A quanto si è potuto capire, dei particolari moti politico-browniani, tipici di Sala dErcole, che indirizzerebbero le leggi verso le secche di incostituzionalità.
Sulla nuova spiegazione fisica di Crocetta si sofferma anche il presidente dellArs, Ardizzone, che sembra più orientato verso una variante del principio di indeterminazione di Heisemberg: Sulle dinamiche parlamentari – dice Ardizzone – voglio rassicurare il presidente
Rosario Crocetta, foto di Gabriele BonafedeCrocetta. LAssemblea regionale farà la propria parte fino in fondo, anche continuando a resistere, come diverse volte avvenuto in questi mesi, a disegni di leggi governativi dai contenuti improponibili.
Insomma, sembra dire il presidente Ardizzone: è quasi impossibile determinare in anticipo gli sfondoni legislativi che Crocetta e i suoi giuristi impongono al Parlamento siciliano
Ragazzi, il Governo Crocetta sta diventando un problema quantistico. Chi lavrebbe mai immaginato?
“Siamo stati gli unici a non aver votato la cosiddetta Legge Antiparentopoli, che abbiamo definito subito una “legge-beffa”. Oggi i fatti ci danno ragione.”
Lo dichiarato Nello Musumeci, presidente della Commissione Antimafia all’Ars, secondo il quale “Crocetta, inseguendo spasmodicamente il varo di questa legge, sembrava più interessato a ottenere un titolo di giornale piuttosto che una norma razionale e compatibile con le esigenze di moralizzazione della politica. Mi dispiace dover constatare come questa triste vicenda legislativa costituisca una ennesima sconfitta per il parlamento siciliano, nonostante i generosi tentativi di mediazione del presidente Ardizzone. Ai primi di settembre porterò all’esame della Commissione Antimafia la bozza di un codice etico di autoregolamentazione, valido per deputati, presidente della Regione, assessori e dipendenti regionali che spero l’aula possa esitare entro quest’anno. Senza ostentati clamori e senza mortificare il parlamento.”
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