Il Ponte sullo Stretto? No, grazie!

da Giuseppe Scianò, Corrado Mirto e Giovanni Basile
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu hanno partecipato e partecipano con spirito di solidarietà alle riflessioni, alle speranze ed anche alle DELUSIONI delle popolazioni abruzzesi che sono state colpite dal terremoto del 2009. E che ancora non sono uscite dai disagi provocati dal sisma. Anche se hanno tutta la buona volontà per farlo.

Si è comunque capito (finalmente!) che occorrerà proseguire o intraprendere i lavori di ricostruzione e di salvaguardia dell’esistente, nel contesto di una NUOVA “cultura” della prevenzione, della gestione e della difesa del territorio. E di una NUOVA “cultura” delle progettazioni e delle esecuzioni delle iniziative edilizie private, nonchè delle opere pubbliche.

Occorrerà adottare, pertanto, comportamenti del tutto diversi da quelli seguiti fino a questo momento. Ciò, sull’esempio del Giappone, degli Stati Uniti e di altri Paesi ad alto rischio sismico.

Nel territorio dello Stato italiano (Sicilia compresa) NON si può non denunziare la REALTA’ di un susseguirsi di calamità naturali e di terremoti di vaste dimensioni, che continuano a “SORPRENDERCI”. E che fanno venire a galla lacune ed irregolarità di fondo che nessuno ha voluto nè vuole rimuovere con la serietà ed il rigore che sarebbero doverosi oltre che necessari.

Ecco perchè insistiamo con forza che sia necessario uno specifico REFERENDUM (da consentire con legge specifica e “speciale”) sulla opportunità di realizzare quest’opera (il PONTE) tanto costosa quanto devastante.

Queste considerazioni valgono, ovviamernte, soprattutto per la Sicilia, che ha certamente conosciuto (pagandone il prezzo) i più grandi eventi sismici fra quelli verificatisi in Europa e nel bacino del Mediterraneo. E dove, proprio in questi giorni, si sono verificati terremoti persino all’interno dell’AREA dello STRETTO di MESSINA. L’AREA, cioè, più interessata alla realizzaziione del PONTE-IMBUTO a campata unica.

Ci appare, quindi, offensivo (anzi: tragicamente beffardo) che si continui a parlare del PONTE nella Città e nell’Area Geografica nelle quali, nel 1908, si verificarono il terremoto ed il maremoto più disastrosi dell’Europa del secolo scorso.

Ci sia permesso di ribadire che il PONTE sarebbe un’OPERA FARAONICA che non troverebbe adeguate giustificazioni morali, né di alto respiro politico, nè di natura economica. E che non permetterebbe neppure il raggiungimento dei MILLANTATI obiettivi di collegamenti più veloci, più diretti, più convenienti, più sicuri, dei quali la Sicilia ha veramente bisogno. Un’opera inutile e dannosa, insomma, che è stata definita, da più parti, “PONTE-IMBUTO”, “PONTE DELLA VERGOGNA”, nonchè “MACIGNO DI ACCIAIO E DI CEMENTO SUL CUORE DELLA MAGNA GRECIA”.

Fra i DANNI legati alla costruzione del PONTE non dobbiamo dimenticare la “strumentalizzazione” in senso ANTI-SICILIANO ed a sostegno della minacciata creazione della REGIONICCHIA CALABRO-SICULA DELLO STRETTO.

I fatti politici di questi giorni parlano da soli e non è questo il momento di allargare il discorso sulle altre motivazioni che dovrebbero evitare aprioristicamente la “IATTURA” del PONTE.

Del resto, il “quadro” del RISCHIO SISMICO che viene continuamente pubblicato da alcuni MASS-MEDIA conferma la fondatezza delle critiche e dei rilievi di natura scientifica.

La nostra protesta si fa “portavoce” anche delle preoccupazioni del Popolo Siciliano e di quelle dell’opinione pubblica internazionale.

A questo punto, riteniamo di poter affermare che sia i Siciliani che i Calabresi, che tutti gli altri cittadini europei di buon senso, preferirebbero che i fondi esistenti (e quelli in probabile arrivo per vie traverse) per il PONTE, venissero utilizzati in modo migliore.

Ci permettiamo, quindi, di proporre che i fondi destinati alla minacciata costruzione del PONTE vengano utilizzati e spesi – in gran parte – a favore delle popolazioni delle ZONE TERREMOTATE delll’Abruzzo e delle Regioni meridionali italiane. L’altra parte dovrebbe essere, invece, destinata in modo specifico ad opere strutturali ed infrastrutturali realmente necessarie ed utili allo sviluppo della Sicilia e della Calabria. Ed eventualmente – ove il problema non trovasse soluzione immediata – alla creazione (e/o al potenziamento) di AMMORTIZZATORI SOCIALI, come quello della istituzione dell’ASSEGNO MINIMO VITALE per i DISOCCUPATI, per i NON OCCUPATI, per gli INDIGENTI e per le famiglie comunque BISOGNOSE di sostegno economico. Si tratterebe, in quest’ultimo caso, di una iniziativa di grande valenza sociale, soprattutto in questo momento di crisi.

In ogni caso, – e considerato che guai e problemi ne abbiamo già fin troppi, – bisognerebbe, sin da questo momento, RINUNZIARE e/o DARE DISDETTA ad ogni ipotesi di finanziamento integrativo del progetto PONTE-IMBUTO da parte della CINA e dei suoi istituti finanziari.

A N T U D U !

Foto dell’opera di Enzo Patti

 

 

Redazione

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