Il Paternò vola anche con l’eurogol di Cordaro «Vogliamo dare tante soddisfazioni alla città»

«Il gol è stato bello perché era da una distanza notevole. In quegli attimi lì non si ragiona tanto, è puro istinto. Ho avuto lo spazio per girarmi e il primo pensiero è stato quello di tirare. C’è stata anche un po’ di fortuna, è andata bene». Mariano Cordaro, numero 10 e attaccante del Paternò, descrive così la perla che ha sbloccato il match contro il Real Aci, poi vinto per 2-0 dai rossazzurri grazie anche alla rete di Raimondi. Una rete dalla distanza, un vero e proprio eurogol, che lo ha riempito d’orgoglio: «Più che emozione, ho provato tanta soddisfazione perché venivamo da un periodo difficile. Abbiamo perso con lo Scordia in Coppa e stavamo recuperando degli infortunati. Il momento era particolare, non abbiamo potuto lavorare al meglio. Stiamo dando al presidente, alla società e a tutte le persone che stanno lavorando quello che meritano».

Seconda giornata di campionato, ma per la squadra di mister Mirto era il primo impegno dopo il turno di riposo affrontato alla prima giornata: «Siamo partiti nel migliore dei modi – prosegue l’attaccante – è vero. Siamo però consapevoli che il campionato sarà durissimo. Stiamo recuperando dei giocatori importanti per il prosieguo della stagione, delle pedine che considererei fondamentali. Alcuni giocatori si sono adattati in ruoli che non erano i propri, come Serrano, centrocampista, che ha giocato in attacco». Ciò che Cordaro tende a sottolineare è l’unità di intenti tra le varie componenti della squadra: «Vogliamo dare tante soddisfazioni a questa società che sta lavorando dalla mattina alla sera per non farci mancare nulla. Il direttore Strianese ha fatto un gran buon lavoro». Infortunati o meno, il Paternò figura indubbiamente nel novero di quelle squadre favorite per la vittoria finale e il salto di categoria in serie D: «Favorite lo possono essere tutte le squadre – precisa Cordaro – purché abbiano un gruppo sano, una società sana e tanta armonia. Queste cose contano quasi più dei valori tecnici di un organico. L’Eccellenza non è più come vent’anni fa, non lo dico perché sono vecchio ma perché è un dato di fatto».

A 36 anni, comunque, Cordaro che è un classe ’82 non ha ancora nessuna intenzione di appendere gli scarpini al chiodo: «Grazie a Dio non ho mai avuto brutti infortuni. Ho ancora voglia di giocare e di fare bene. Fosse per me, fisico permettendo, giocherei fino alla fine. Non ho in mente il progetto di smettere e tra l’altro sto anche riuscendo a non scendere di categoria, nonostante tante richieste importanti anche a livello economico. Voglio ancora giocare in questa categoria e Paternò è una piazza importante». L’attaccante ha vestito tante maglie in carriera, soprattutto in Sicilia: «La mia scelta è dovuta a tanti fattori. Dove ho vinto, solitamente non mi sono mai fermato per più di un anno e parlo di Acireale, Alcamo, Agrigento, Caltanissetta e Licata, per esempio. A me piace cambiare ambiente e girare tanto e questo mi ha portato a giocare anche al di fuori della Sicilia. Ho bisogno di stimoli». Una sola esperienza è durata per lui più di una sola stagione: «Soltanto dopo essermi sposato ho avuto una parentesi di tre anni a Favara. Per una questione puramente familiare, ho deciso di fare una scelta più stabile. Poi però quando ho avuto l’occasione giusta sono andato via».

L’organizzazione è dunque il fiore all’occhiello del club etneo, positività questa che viene trasmessa anche alla squadra: «La nostra è una società organizzata, presente e che non ci fa mancare nulla. Per quel che riguarda il campo, invece, è stato allestito un organico che faccia qualcosa in più di un campionato anonimo». Ultimo capitolo sugli obiettivi stagionali a livello personale e a livello collettivo: «L’unico obiettivo che mi pongo a livello personale è quello di dimostrare che, nonostante i miei 36 anni, sto bene e posso fare bene. Voglio migliorarmi. Per quel che riguarda gli obiettivi di squadra, penso invece sia un po’ prematuro per parlarne. Non siamo stupidi – chiosa Cordaro – e sappiamo che la squadra è stata costruita per fare cose importanti. Poi a dare il responso, però, sarà il campo».

Luca Di Noto

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