Il papà di Loris difende la moglie: «Una mamma speciale» Appello ai giornalisti: non mostrate più le foto

L’unica cosa certa è che c’è una famiglia distrutta. Ad una settimana dalla morte di Loris Stival, il bimbo di otto anni ucciso sabato scorso a Santa Croce Camerina, nel ragusano, si brancola ancora nel buio. 

L’attenzione degli inquirenti si sofferma sulle contraddizioni del racconto della mamma, che oggi è crollata e ha urlato contro il processo mediatico che la vuole colpevole: «Basta andate via, ce l’hanno tutti con me, ma io ho detto la verità» ha detto rivolgendosi ai giornalisti che l’assediano. 

Una verità a cui crede il marito, David Stival, che stasera ha rotto il silenzio: «Veronica è  una mamma speciale, non voglio che si infanghi il nome di mia moglie».

Le contraddizioni nel racconto fatto da Veronica agli investigatori e le telecamere che,a quanto pare, riprendono una situazione completamente diversa da quella messa a verbale dalla madre di Loris, non sembrano dunque scalfire la fiducia di questo giovanissimo padre affranto dal dolore. 

L’ avvocato Francesco Villardita che assiste la famiglia, ha comunicato ai media un duplice appello del papà di Loris: per i giornalisti che da una settimana stazionano 24 ore al giorno sotto casa sua, affinché «non mostrino più le foto dei bambini»; e per i cittadini di Santa Croce Camerina, perché collaborino con le forze di polizia che stanno cercando di dare un volto e un nome all’assassino di suo figlio. 

Di cui reclamano il corpo. Rivogliono il bambino per poterlo piangere e seppellire, ma ci vorrà ancora tempo: gli esami medico legali sono ancora in corso e nulla fa pensare che, a breve, la procura possa concedere il nulla osta per i funerali del piccolo Loris.

Redazione

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