Corsi e ricorsi storici, c’è poco da fare. E ci sono date che si legano indissolubilmente a una persona, a un fatto e persino a una società di calcio. Al Palermo è toccato il 29 maggio, data che torna sempre, più o meno prepotentemente, nella storia recente del club rosanero. Qui in ballo non ci sono scudetti o trofei europei, questo giorno rappresenta soltanto una linea di confine tra quello che è stato e quello che sarà. Impossibile non pensare subito a tredici anni fa, quel 29 maggio 2004 che sancì il ritorno dei siciliani in serie A dopo un’assenza durata 32 anni. Quella squadra che dominò il campionato di serie B con gente del calibro di Grosso, Corini, Zauli e Toni e che molti, quasi scherzosamente, hanno paragonato alla rosa di quest’anno, affermando come quella della storica promozione fosse nettamente più forte.
L’anno successivo fu un’altra festa: alla prima stagione nel massimo campionato i rosa disputarono una grande annata, lottando anche per l’accesso in Champions. Alla fine la squadra chiuse in sesta posizione con 53 punti centrando la qualificazione in Coppa Uefa e il 29 maggio 2005 al Barbera arrivò la Lazio per l’ultima giornata di campionato: fu una festa del gol, la gara finì 3-3 e i tifosi poterono festeggiare quello che era uno storico traguardo, seppure centrato la settimana prima. Al termine della stagione, gli addii di Toni e di mister Guidolin guastarono un po’ le cose, ma i rosa diventarono una sorta di habitué della seconda coppa europea, centrando la qualificazione costantemente per cinque volte nel giro di sette anni. Non male per una squadra che pochi anni prima aveva visto il baratro della retrocessione in serie C2 dopo un drammatico play out con la Battipagliese e che fu ripescata in C1 grazie al fallimento dell’Ischia Isolaverde.
Il 29 maggio 2011 è una data che invece resterà scolpita nella memoria di molti, a dispetto del risultato che non premiò il Palermo. I rosa, dopo aver battuto in semifinale il Milan, erano chiamati a disputare la finale di Coppa Italia (la terza nella storia del club dopo le due degli anni ’70) contro quella che in quegli anni era un’autentica corazzata, l’Inter reduce dal triplete dell’anno precedente. I tifosi accompagnarono numerosi la squadra e in 40mila affrontarono l’esodo verso Roma nei modi più disparati: chi in nave, chi in aereo, chi in macchina. Si organizzarono addirittura dei pullman per raggiungere la capitale. E l’immagine di piazza di Spagna tutta colorata di rosanero resterà qualcosa di indelebile, così come la curva Sud dello stadio Olimpico, che diventò un’unica macchia rosa. L’Inter vinse 3-1, le lacrime di mister Delio Rossi al termine della gara valsero più di mille parole.
Quest’anno invece il 29 maggio ha un sapore amaro. Con il campionato finito nella giornata di ieri, oggi è ufficialmente il primo giorno in cui il Palermo si ritrova senza serie A. La retrocessione in realtà è già arrivata qualche settimana fa, sancita dal pareggio contro il Chievo dello scorso 7 maggio e dai contemporanei successi di Empoli e Genoa che tolsero anche la più flebile speranza ai colori rosanero. Sembra già passato molto tempo da quel giorno, in realtà tutto è accaduto una ventina di giorni fa. E questo 29 maggio deve necessariamente servire per resettare tutto. Innanzitutto per fare chiarezza in seno alla società, con un closing che fa fatica ad avverarsi. Dopodiché si potrà definitivamente chiudere con il passato, nella speranza che questo 29 maggio rappresenti veramente una linea di confine con quello che potrà essere il Palermo del futuro.
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