Il tunnel nel quale è entrato il Palermo ha una via di uscita? Non c’è una risposta definitiva a questo interrogativo ma la gara esterna di domani contro l’Udinese, valida per l’undicesima giornata del girone di ritorno, darà certamente ulteriori indicazioni sullo stato di salute dei rosanero reduci da tre sconfitte consecutive e con un bottino di soli due punti nelle ultime sei giornate. Analizzando questa ‘striscia’ negativa, è giusto sottolineare che la parola ‘crisi’ va riferita soprattutto ai risultati.
La flessione, tuttavia, è evidente, sancita dai numeri e dalla parabola involutiva di una squadra che, inconsciamente, ha accusato un calo di concentrazione nel momento in cui ha messo in cassaforte l’obiettivo salvezza. Anche se manca ancora qualche punto per la certezza matematica, il traguardo è stato centrato. E paradossalmente, proprio per questo motivo, gli uomini di Iachini potranno affrontare il match di domani con tranquillità consapevoli che anche una sconfitta al ‘Friuli’ non avrebbe conseguenze in classifica in virtù del rassicurante margine di vantaggio maturato nei confronti della terzultima (13 punti). Pur essendo al sicuro, però, il Palermo deve ugualmente dare delle risposte, lanciare dei segnali importanti in termini di intensità, grinta, capacità di trovare delle motivazioni in un finale di stagione da chiudere in maniera dignitosa.
La molla dovrebbe scattare automaticamente nella testa dei giocatori, soprattutto di coloro che, sapendo di rientrare nei programmi della società anche in futuro, dovrebbero avere tutto l’interesse a fornire delle buone prestazioni per guadagnarsi sul campo la riconferma. Lo stesso concetto vale per l’Udinese. Il Palermo affronterà una squadra agguerrita. Una compagine che, pur essendo come i rosanero in una posizione di classifica al riparo da brutte sorprese (i friulani hanno 34 punti), sarà animata dalla voglia di riscattare la sconfitta rimediata mercoledì a Parma dopo quattro risultati utili di fila. Un passo falso indigesto per il patron Pozzo che, in vista della sfida contro la formazione di Iachini, ha mandato la squadra in ritiro punitivo. Il numero uno del club friulano è intervenuto con un preciso obiettivo: responsabilizzare il tecnico e i giocatori indagando sulle ragioni per le quali i bianconeri non sono riusciti ancora a trovare quella continuità necessaria per un campionato all’altezza delle aspettative. «Sarebbe più opportuno concentrarsi su questa partita particolarmente difficile contro una buonissima squadra composta da ottime individualità – ha spiegato il tecnico Iachini – dobbiamo restare compatti e pensare più al presente che al domani. Ci sono state tante voci sul futuro, diversi fattori che inevitabilmente hanno condizionato il rendimento di qualche giocatore. In ogni caso, qui nessuno abbassa la guardia. Guai se ciò accadesse. Ragionamenti in prospettiva? E’ ancora presto per parlarne, per quanto mi riguarda nella prossima stagione restano tutti, pure Dybala e Vazquez, anche se sarà difficile soprattutto nel caso di Dybala. Nel calcio, però, c’è anche l’imponderabile e non è detto che Paulo andrà certamente via».
Dal punto di vista tattico Iachini continua a viaggiare su due binari paralleli. Il tecnico guarda con attenzione alla difesa a quattro ma, in vista del match di domani, medita un ritorno alla formula base con la retroguardia a tre (formata nello specifico da Vitiello, Gonzalez e Andelkovic, al rientro dopo il turno di squalifica). Salgono, dunque, le quotazioni del 3-5-1-1, un sistema di gioco nel quale in attacco sarebbero penalizzati Quaison e Belotti che, invece, tornerebbero in corsa per una maglia nel caso in cui Iachini decidesse di affidarsi nuovamente ad un modulo con la linea difensiva a quattro (4-3-2-1 o 4-3-1-2). A centrocampo si profila un nuovo ballottaggio in cabina di regia tra Jajalo e Maresca in una batteria completata da Rigoni e Chochev, sostituto dell’ex capitano Barreto, out per infortunio per almeno tre settimane e destinato in ogni caso nel rush finale a restare fuori dal progetto tecnico complice la rottura con l’ambiente. Il giovane bulgaro, intanto, scalda i motori: «L’Udinese è una buona squadra e in casa gioca bene – ha sottolineato al sito ufficiale del club rosanero – ma noi andremo lì per i tre punti. In questo periodo siamo stati sfortunati, giochiamo bene e vogliamo una grande vittoria nelle prossime partite».
In attacco, inamovibile l’asse Vazquez-Dybala, i due gioielli quotidianamente al centro di tante voci di mercato. In particolare, tiene sempre banco il futuro del numero 9 rosanero sul quale si è pronunciato ancora una volta il presidente Zamparini: «Ho pranzato lunedì con il suo agente Pierpaolo Triulzi – ha rivelato a France Football – e mi ha detto che il Psg lo ha convocato a Parigi per parlare del giocatore. Vogliono informarsi sul ragazzo, che in estate andrà via. Loro sono interessati come lo sono anche Arsenal, Manchester City, Juventus, Inter, Roma e Napoli. In questo momento – ha aggiunto – la Juve è in pole position e vuole chiudere l’operazione nel giro di una settimana ma io voglio il miglior accordo possibile. La Juve mi ha offerto 35 milioni ma io ne voglio 40 o anche di più».
In attesa del mercato, l’attualità si chiama Udinese. Ne è consapevole anche Zamparini che lunedì inizierà a ragionare con Iachini in ottica futura ma che, questa sera, andrà a trovare la squadra in albergo alla vigilia della partita. Un vero e proprio derby personale per il presidente rosanero nato a Sevegliano, in Friuli.
Sono 24 i convocati per il match contro i bianconeri. Tra gli effettivi torna il baby Bentivegna. L’attaccante classe ’96, costretto a dare forfait la scorsa settimana per un affaticamento muscolare, nei giorni scorsi ha firmato il rinnovo del contratto con il club di viale del Fante. L’accordo, che era in scadenza nel 2016, è stato prolungato fino al 2019.
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