In casa rosanero le porte girevoli sono sempre in funzione. La palermitanità persa con la cessione di La Gumina, il Palermo l’ha recuperata con l’acquisto di Antonio Mazzotta, primo colpo in entrata targato Foschi in questa sessione estiva di mercato. L’esterno sinistro classe 1989, che era svincolato dopo la stagione vissuta al Pescara e che ha firmato con il club di viale del Fante un contratto biennale, freme dalla voglia di lasciare un segno tangibile con la maglia della squadra della sua città. Quella casacca che non ha mai indossato pur avendo giocato con la Primavera rosanero con cui è diventato campione d’Italia nel 2009. «Per un palermitano è un sogno giocare per la squadra della propria città – ha confermato il ventottenne laterale mancino, presentato oggi nel ritiro di Sappada – mi sarebbe piaciuto rimanere nove anni fa dopo la conquista dello scudetto Primavera ma obiettivamente non ero pronto e non ero sui livelli dei giocatori molto forti presenti nell’organico della prima squadra. Mi sono rimboccato le maniche e ho pensato solo a dare il massimo nelle squadre in cui mi sono trovato».
Era destino che prima o poi la sua strada e quella del Palermo si incontrassero di nuovo: «Penso a lavorare, a dare il massimo e a mettermi a completa disposizione dei compagni e del mister. Il solo fatto di potere esordire con la maglia del Palermo rappresenta per me una vittoria. Un sogno che si realizza». Merito soprattutto di Rino Foschi, direttore dell’area tecnica rosanero: «Appena il mio procuratore mi ha detto che la trattativa stava procedendo bene non ho pensato più a contratti o cifre. Ero felice come un bambino. Devo tanto a Foschi che mi ha dato l’opportunità di giocare in serie A con il Cesena e adesso di realizzare il mio sogno». Le prime sensazioni di Mazzotta, profilo funzionale alle esigenze di Tedino anche per la sua duttilità («Ho giocato come quinto di centrocampo con Marino a Frosinone e poi in carriera ho sempre agito da esterno sinistro in una difesa a quattro»), sono positive: «L’impatto è stato molto buono. Parlerò presto con l’allenatore ma già me ne hanno parlato bene e non posso che confermarlo. Sta nascendo un bel gruppo e faremo in modo che chi arriverà possa inserirsi il prima possibile».
Pur essendo ancora un giovane e un elemento comunque futuribile, Mazzotta ha già acquisito una certa esperienza, soprattutto nel torneo di serie B nel quale ha collezionato finora 242 presenze. Bagaglio dal quale può attingere anche per dare utili consigli ai nuovi compagni: «Ogni partita va giocata come una finale – ha sottolineato – in B puoi vincere ma anche perdere con chiunque e se non hai l’approccio giusto alle partite, se non giochi con la giusta tensione e concentrazione fai fatica. La situazione attuale del Palermo? Dispiace che non sia nella massima serie. Il Palermo è una grande piazza, con grandi tifosi, e meriterebbe di stare in A per tutta la vita. Bisogna pensare con positività – ha aggiunto – ho notato che il gruppo ha voglia di riscatto. Dobbiamo resettare, azzerare tutto e pensare già in ritiro a quello che dovremo fare nella prossima stagione».
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