Negli attuali schemini di mercato che ipotizzano la probabile formazione del Palermo 2020/21 non c’è e molto probabilmente non ci sarà ma, pur partendo dalle retrovie, il palermitano Andrea Accardi resta comunque uno dei simboli della formazione rosanero. E’ lui, a prescindere dal minutaggio, a rappresentare all’interno del gruppo l’attaccamento ai colori e il senso di appartenenza alla maglia, valori che identificano il progetto su cui si basa il sodalizio targato Hera Hora: «Essere considerati un leader fa sicuramente piacere ma devono essere gli altri a dirlo. Non posso essere io – ha sottolineato dal ritiro di Petralia Sottana il venticinquenne difensore rosanero, unico ‘superstite’ del vecchio Palermo – io, in ogni caso, tendo a pensare di più al campo, a rendermi utile e a dare sempre un contributo tutte le volte in cui sono chiamato in causa. Rapporto speciale con la città? Ribadisco che per me giocare nel Palermo è un sogno, il sogno che coltivavo fin da bambino. Ogni volta che indosso questa maglia provo sensazioni uniche e spero di provarle il più a lungo possibile».
A proposito di sue sensazioni, sono più che positive anche quelle che riguardano il processo di formazione della nuova squadra: «I direttori (l’ad Sagramola e il ds Castagnini, ndr), che sanno tanto di calcio, stanno costruendo davvero un bel gruppo. Le differenze rispetto al ritiro dello scorso anno riguardano innanzitutto il gap temporale rispetto agli ultimi incontri ufficiali e anche la presenza di un nuovo staff. Con un allenatore che propone le sue idee». Pollice in su, al riguardo, per il tecnico Boscaglia: «Non lo scopro certamente io, ha fatto bene in tutti i posti in cui è stato. Ha le idee molto chiare e il fatto che scendiamo in campo sapendo bene cosa fare e avendo delle certezze è certamente un aspetto importante. In vista di un campionato tosto come il girone C della prossima stagione servirà un gruppo vero e sano e bisognerà seguire l’allenatore». Tra i suoi obiettivi a titolo personale c’è, inevitabilmente, anche quello di ritagliarsi uno spazio importante: «Io sono a completa disposizione del mister e, premettendo che in un gruppo la sana concorrenza non può che fare bene, darò sempre il massimo. Per quanto riguarda la mia collocazione, prediligo quella di terzino destro. Ruolo che in passato ho ricoperto al Modena».
E’ la zona del campo, inoltre, in cui in questi giorni di ritiro ha agito finora pure Marong Bubacarr: «E’ un ragazzo che l’anno scorso ha avuto poco spazio ma lo considero un esempio perché si è sempre allenato a mille. E’ facile essere un esempio quando giochi sempre, molto più difficile invece è essere costantemente sul pezzo sapendo di avere poche chance a tua disposizione. E per questo gli auguro tutto il bene del mondo. Marconi? Un ottimo giocatore, parla poco ma lo fa in campo e con i fatti. Ha vinto, peraltro, diversi campionati».
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