Il Palazzo dei Re all’Auditorium Rai

GIOVEDI’ 15 MAGGIO 2014, ALLE ORE 18 ALL’ AUDITORIUM RAI di PALERMO, PRESENTAZIONE, INCONTRO FESTA SUL ROMANZO  IL PALAZZO DEI RE

Dicono del libro……

Tiziana
Ho aspettato di finire Il Palazzo dei Re prima di addormentarmi. Le ultime pagine erano così trascinanti che non potevo certo aspettare il giorno dopo! Il libro mi è piaciuto davvero tanto!
Si districa benissimo nella sua complessità e si fa leggere che è un piacere, dall’inizio alla fine. La tensione è tenuta nella giusta misura, così pure il mistero. I personaggi sono vividi e reali. Flores lo si ama da subito, così come Di Jemma, almeno io l’ho trovato molto simpatico anche nel suo essere talvolta burbero. Mi manca già un po’ e di solito questo è un buon segno.
Mi sono goduta alla grande la sorpresa del finale. Un finale spettacolare! Molto drammatico.
Grazie, mi hai intrattenuto con grande piacere.
Quante donne, quante personalità diverse. Avrei voluto conoscere meglio Sabrina. Scoprire la storia del nonno Roncato e della famiglia in generale. Ma questo potrebbe già essere soggetto di un altro libro…
Mi sento così coinvolta… Ci sarà un seguito?

Michele
È un libro che si legge piacevolmente, con un crescendo continuo fino al finale tragico e inaspettato. L’ho letto in 2 giorni e lo rileggerò molto volentieri. Gaetano Flores, giornalista di cronaca abituato a raccontare i fatti, avrà non poche difficoltà a svolgere una sua personale indagine su omicidi avvenuti in contesti e con metodologie differenti. C’è un filo conduttore? Chi si cela nell’ombra? I suoi passi sono liberi o qualcuno lo sta manovrando? Troverà la verità solo quando comincerà a capire le storie autentiche e i retaggi culturali che si nascondono dietro i personaggi (quasi tutte donne, le vere protagoniste del romanzo); a quel punto, però, il destino avrà giocato la sua ultima carta.

Susanna
Ho trovato il ll romanzo di facile lettura, molto scorrevole e interessante. É un libro che man mano si legge ti coinvolge sempre più. Ritengo ottima la descrizione delle vie, sembra di viverle al momento. Così anche la narrazione dei sentimenti del personaggio principale Flores, lo svolgersi degli eventi e l’intreccio creato che lascia con la curiosità sino le ultime righe.
Il libro mi é piaciuto molto e lo consiglio anche a coloro che per la prima volta vogliono assaporare il piacere di una buona lettura. Ringrazio lo scrittore che mi ha tenuto compagnia nei momenti soli e resto in attesa del prossimo libro.

Gianfranco
Il Palazzo dei Re è un avvincente romanzo che rispecchia le caratteristiche del romanzo civile, senza scadere nella retorica di cui si è abusato negli ultimi decenni.
Il protagonista del romanzo, il cronista Gaetano Flores, è innanzitutto un uomo, con le sue fatali debolezze, ma anche con la virtù, sempre più rara, della curiosità e del coraggio.
Nelle pagine di Aldo Penna, oltre alla classica dinamica del giallo, trova spazio un’interessante riflessione sull’importanza della figura del giornalista da marciapiede, che non si accontenta di verità preconfezionate, che non cede alle lusinghe di facili scorciatoie.
Flores, questo cronista di nera con il debole per le donne ed il vizio per la verità, ha il coraggio di uscire dal coro, di percorrere sentieri solitari, smontando e ricostruendo, tassello dopo tassello, un puzzle che a (quasi) tutti sembrava già risolto in partenza.
Leggendo questo bel romanzo, anche il lettore, del resto, subisce il fascino dei pregiudizi affrettati, ma può vivere anche l’impagabile esperienza del ravvedimento. Terapeutico!

Cettina
Il fatto che il sospetto su chi fosse l’assassino fosse vanificato da un capitolo all’altro, mi ha fatto venire voglia di continuare la lettura senza interruzione, ricompensata dal “botto” finale.
Particolare il rapporto tra il giornalista e il commissario, basato sulla stima reciproca e su una mal dissimulata complicità.
Chissà com’è nella vita reale.

Barbara

Il libro è veramente molto bello, l’ho letto in una notte. La fine è avvincente e mi è piaciuta molto, ma quello che più ho amato è la complicità che ho instaurato con il protagonista (simpatia /empatia già nata nel “silenzio imperfetto” e consolidata con “Il palazzo dei re”. Devo ammettere che Flores mi manca già e spero tu stia scrivendo un’altro libro che veda lui, le sue difficoltà sentimentali e il suo stoico impegno civico protagonisti indiscussi, per altre 300 pagine di buona letteratura. Azzeccatissima l’immagine in copertina, all’inizio non vedevo il nesso ma poi Watteau con il suo Pierrot si è imposto.

Maria
“Il palazzo dei Re” mi ha tenuta al riparo dalla pioggia e dall’umidità di un grigio pomeriggio di Febbraio, protrattosi fino a tarda notte. Per una volta, rimasta lontana dai miei percorsi abituali, il racconto mi ha letteralmente attratta verso itinerari certamente noti ma al contempo per me insoliti.
Quello che colpisce di questo romanzo, al di là del racconto certamente avvincente, è la familiarità dei luoghi, degli odori, dei suoni, delle atmosfere, dei volti e delle gestualità che solo chi è nato e vive da sempre a Palermo può conoscere. Elementi che accompagnano la narrazione e che suscitano incessantemente nel lettore una sorta di memoria affettiva o “involontaria” come la definiva Proust, attraverso la quale si costruisce con il narratore un dialogo silenzioso e complice. Una sorta di “sottotesto” non scritto in cui entrambi condividono e si scambiano considerazioni e ammiccamenti sulla città, su Palermo e sui palermitani.
Certamente a questo romanzo può appassionarsi un milanese, così come un romano o un fiorentino, ma questi non potrà mai cogliere i “non detti” e i riferimenti noti solo a chi questa città la vive con amore e con rabbia.

Anna

Libro letto con piacere perche’ la storia è descritta in maniera scorrevole, originale e coinvolgente. I luoghi hanno un fascino antico. Flores, il protagonista, è un uomo con tante contraddizioni vive tra mille difficoltà sia professionali che private, ma questo lo rende più vicino, più vero. Complimenti e al prossimo libro.

Ornella

lettotuttodunfiatoooooo.. dovevo scoprire chi era l’assassinoooooo. Grazie Aldo, il tuo libro, letto in giardino in questa bella domenica di sole, mi ha tenuto compagnia. Bello, intrigante e pieno di atmosfere siciliane,.. ma Flores deve ripensare al suo rapporto con le donne!!

Assunta
Dei tre romanzi di Aldo Penna questo è il migliore. Lo stile è scorrevole ed avvincente. Un giallo che si legge tutto d’un fiato e che lascia la voglia di sapere di nuove storie del protagonista, quel Gaetano Flores, giornalista di fatto, detective quasi per caso, dal rapporto controverso con il genere femminile, dal quale è sempre profondamente attratto, ma non tanto da decidersi a una relazione forse definitiva. Un uomo inquieto Flores, che vive in una Palermo non stereotipata ma potrebbe essere un qualsiasi altro luogo scelto per ambientare quella che, alla fine, è una storia di potere e di rapporti spesso irrisolti, di donne forti e nello stesso tempo subalterne all’universo maschile. Intorno a Flores ruotano personaggi interessanti e ben costruiti, fra i quali il commissario Di Iemma, fisicamente sciatto e disordinato, ma attento e tutto sommato in sintonia con il protagonista. E poi politici, le cui vicende sono verisimili, storie di uomini cui interessa il proprio prestigio e il potere. E le donne, emancipate alcune, fintamente sottomesse altre, figlie di mondi e di tempi diversi. Che non tragga in inganno il titolo, non è un libro sul Palazzo dei Normanni e i suoi inquilini. Il palazzo, con i sotterranei veri o immaginati, luoghi di incontri clandestini, offre il pretesto per parlare dei presunti re di oggi, padroni temporanei di un destino breve e, perché no? di una Sicilia dove il presunto onore e la stima del clan familiare, ancora presenti in molte concezioni e stili di vita, si incontrano con i guasti di una visione distorta della politica collusa con la mafia. Riuscirà Flores a guardare avanti nella speranza cha cambiare si può?

Il primo capitolo del romanzo

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Redazione

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