Il navigator siciliano che arriva dal Partito democratico «Reddito di cittadinanza segue scia politica di Gentiloni»

«Il reddito di cittadinanza potrebbe anche funzionare come principio di reinserimento nel mondo del lavoro, il rischio però è che con il metodo con cui viene messo in pratica non c’è certezza che venga dato a chi ne ha davvero esigenza e che nessuno faccia il furbo». Il punto di vista sullo strumento di sostegno economico voluto dal Movimento 5 stelle arriva da uno dei 429 navigator siciliani selezionati tramite il concorso nazionale gestito dall’Agenzia nazionale per politiche attive del lavoro (Anpal). Inoccupato, 33 anni, il prossimo tutor arriva da una militanza attiva nel Partito democratico. Dopo essere stato tra i fondatori di un direttivo giovanile locale, ha ricoperto negli anni passati anche ruoli a livello regionale. «Continuo ancora oggi a partecipare attivamente a livello locale alla vita del partito in cui mi riconosco», spiega a MeridioNews preferendo rimanere anonimo. 

Le graduatorie dei vincitori del concorso per i navigator sono state pubblicate due giorni fa dall’Anpal: dei 429 destinati alla Sicilia, 129 andranno a Palermo, 100 saranno destinati Catania, 45 a Messina, 35 ad Agrigento e Trapani, 31 andranno a Siracusa, 24 a Caltanissetta, 21 a Ragusa e 13 a Enna. I candidati siciliani erano stati moltissimi (un totale di 11.886, che hanno reso l’Isola la seconda Regione dopo la Campania con 13mila). «Ho deciso di presentarmi per diventare navigator perché, non avendo un lavoro, a sei anni dalla laurea in Scienze delle pubbliche amministrazioni sto provando altri concorsi pubblici che ritengo possano essere affini al mio percorso di studi».

Sul futuro lavorativo dei navigator, al momento, sembrano esserci ancora poche certezze e molti dubbi. «Come è scritto anche nel bando – precisa – non si sa nemmeno se ci assumeranno veramente». Per completare l’iter, infatti, sono necessari ancora diversi passaggi. «Prima dovranno essere firmate delle convenzioni tra l’Anpal e le singole Regioni da cui dipendono i centri per l’impiego per i quai noi dovremmo prestare servizio». Superato il test a risposta multipla – con domande che vertevano su cultura generale, logica, test psico-attitudinali, mercato del lavoro, economia aziendale, sistema di istruzione e formazione e, chiaramente, reddito di cittadinanza – ai selezionati non sono stati ancora comunicati i tempi e i modi dell’attivazione del servizio.

«Quello che sappiamo con certezza è che, dopo un primo periodo di formazione specifica, collaboreremo e faremo da supporto ai centri per l’impiego – spiega il giovane – ma non sappiamo ancora concretamente in che modo. Per esempio, non è ancora stato chiarito se avremo a che fare direttamente con i percettori del reddito di cittadinanza o se, invece, il nostro rapporto sarà mediato dal personale dei centri per l’impiego». I navigator, che avranno dei contratti co.co.co – con scadenza fissata al 30 aprile del 2021 – saranno pagati «poco più di 27mila euro lordi l’anno a cui va aggiunta un’indennità di circa 300 euro lordi al mese per vitto, alloggio ed eventuale trasferimento». 

Sulla bontà della misura di sostegno al reddito, il futuro navigator si mantiene cauto e richiama il passato. «In realtà, questo tipo di politica del lavoro è stata avviata con il reddito di inclusione (Rei), una misura di sostegno economico varata dal governo di Paolo Gentiloni. Adesso, però – conclude – bisognerà farla funzionare».

Marta Silvestre

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