Il Muos di Niscemi in un articolo del Time Ambasciata: «Emissioni entro limiti di legge»

Sono rare le occasioni in cui la battaglia del movimento No Muos contro l’impianto di Niscemi finisce sulle pagine della stampa statunitense. È successo ieri, grazie alla pubblicazione sull’edizione online del settimanale Time del corrispondente Lorenzo Tondo. Nell’articolo – intitolato Perché il nuovo sistema di telecomunicazioni della Marina Usa è stato fermato dai manifestanti in Sicilia? – si ripercorrono le tappe principali della lunga vicenda che vede adesso le parabole sotto sequestro. 

L’occasione nasce dall’accensione del Muos per permettere le misurazioni dei tecnici nominati dal Consiglio di giustizia amministrativa, chiamato a esprimersi sulla legittimità dei lavori di costruzione e sui rischi per la salute legati ai campi elettromagnetici. Nell’articolo, a sostenere la posizione degli Usa, è Jeffrey Galvin, presentato come portavoce dell’ambasciata statunitense a Roma. «Tre siti già operano in Virginia, Hawaii e Australia – spiega al Time – hanno superato gli studi di impatto ambientale in quei luoghi e hanno operato per diversi anni senza impatti negativi sull’ambiente, la salute o sulla sicurezza pubblica. Ripetuti test hanno dimostrato che le emissioni elettromagnetiche sono ben al di sotto dei limiti vigenti negli Stati Uniti, in Europa e in Italia». 

Anche il professore Salvatore Casale, esperto di telecomunicazioni dell’Università di Catania, prova a spegnere le paure legati ai rischi per la salute: «Il Muos è solo un sistema tecnologicamente più avanzato rispetto a quelli usati in passato. È come quando gli americani hanno cambiato i cellulari, dai modelli vecchi che abbiamo utilizzato negli anni ’90 si è passati agli smartphone di oggi». Posizioni che vengono bilanciate dalle testimonianze di una delle mamme No Muos, Marianna Garofalo, e dal giornalista e attivista Antonio Mazzeo. 

Lungo tutto l’articolo si ripete un errore, attribuibile alla redazione del settimanale che scambia la base di Niscemi con quella di Sigonella. Guardando alle prossime tappe, viene spiegato che il quinto satellite è già arrivato alla base di Cape Canaveral, in Florida e si aspettano gli esiti delle pendenze giudiziarie per effettuare il lancio. 

Salvo Catalano

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