Il mondo tra democrazie e dittature

di Lorenzo Ambrosetti

Il problema della ricerca di un fondamento filosofico ai diritti dell’uomo è essenzialmente un problema di natura etica, che ha assillato e continua ad assillare, molti studiosi di filosofia del diritto.

Si è voluto, da taluni, cercare di porre al riparo dall’interferenza dei poteri dello Stato, alcuni diritti, nella convinzione che, fondandoli sulla natura dell’uomo in quanto tale potessero meglio essere tutelati.

In altre parole, si è sovrapposto un problema di giustizia ad un problema di validità. Il positivismo giuridico di matrice Kelseniana riconosceva solo il diritto posto dallo Stato, che chiamava diritto positivo; il giusnaturalismo, invece, riteneva vi fossero dei diritti che lo Stato in nessun modo potesse scalfire, in quanto erano preesistenti allo stesso ordinamento giuridico.

E’ il caso, ad esempio, dell’art. 2 della nostra Costituzione che riconosce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo, sia nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità. (a sinistra, foto tratta da 20centesimi.itCondividi)

Ciò implica che lo Stato, posta questa norma, si sia autolimitato, nel senso di riconoscere come intoccabili dall’ordinamento tali diritti, o che questi diritti sono solo quelli creati dallo Stato medesimo?

E’ una domanda alla quale non è per niente facile dare una risposta, dipendendo tutto dall’ideologia e dalla formazione culturale dell’interprete.

Una cosa comunque è bene dire: cercare un fondamento filosofico ai diritti dell’uomo non è una cosa conveniente. Dire che i diritti dell’uomo vengono prima dello Stato e non possono da questo essere intaccati, significherebbe esprimere un giudizio di valore tra i diritti medesimi, dicendo che alcuni sono meritevoli di tutela e altri meno.

Muovendosi sempre in questa direzione ci si scontrerebbe con l’estrema variabilità e l’eterogeneità dei diritti dell’uomo considerati intoccabili dallo Stato.

Un tempo si pensava che solo i diritti di libertà dovessero avere cittadinanza all’interno di un dato ordinamento, mentre oggi si pensa ai diritti sociali, all’ambiente, ai diritti che nascono dalle scoperte biologiche sulla manipolazione genetica.

Quindi una ricerca sul fondamento assoluto dei diritti dell’uomo si palesa come improponibile. In ogni caso, la scoperta di tale fondamento implicherebbe in misura maggiore una loro protezione a livello internazionale?

La risposta a questa domanda è sicuramente no. La verità è che il problema dei diritti dell’uomo è che è necessario proteggerli, non giustificarli. Il problema non è filosofico; è politico.

Spetta a tutti gli Stati della Comunità internazionale attivarsi perché tali diritti vengano rispettati e garantiti, come invece purtroppo non succede ancora in molte parti del mondo e dello stesso Continente europeo.

A proposito dell’Europa, si pensi alla Bielorussia che, da almeno venti anni, è dominata da un dittatore, o alla Russia dello Zar Putin che ha praticamente soppresso la libertà di manifestazione del pensiero.

 

 

Redazione

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