«Oggi rilanciamo il tempo pieno in Sicilia, che è fermo al 7,1 per cento rispetto al 34 per cento del resto della nazione. E vorrei che oggi il messaggio, partendo da Palermo, fosse rivolto a tutta Italia: stiamo lavorando per il bene della scuola nel Paese». A fronte di un estremo ritardo sul tempo pieno in Sicilia, il governo nazionale e quello regionale cercano di correre ai ripari nell’Isola con un’intesa che, sulla carta, promette di contrastare anche la dispersione scolastica. La sigla dell’accordo di programma per il potenziamento e il miglioramento del sistema educativo siciliano, è avvenuta stamane, alla presenza del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, assieme al presidente della Regione siciliana Nello Musumeci e all’assessore all’Istruzione Rogerto Lagalla, all’istituto comprensivo Giovanni di Falcone, a Palermo. Un avamposto della legalità e simbolo del riscatto in un quartiere difficile come lo Zen, dove rimane altissimo l’allarme per l’elevato tasso di dispersione scolastica e per la presenza della criminalità.
L’istituto, in passato, è stato oggetto di svariati atti vandalici, non solo per il nome che porta, come ha ricordato Maria Falcone, la sorella del giudice ucciso dalla mafia. «La statua che raffigura mio fratello è stata deturpata ben due volte, ma non mi sono mai preoccupata. Anzi, è la dimostrazione che a loro quel busto da fastidio perché ricorda che tutto può cambiare, e questo non lo vogliono perché il dominio del territorio è fondamentale. Un domino che, poco a poco, questi insegnanti gli stanno sottraendo. Questo bambini hanno bisogno di speranza, e il tempo prolungato sarà un modo per toglierli ancora di più dalla strada». La preside dell’istituto, Daniela Lo Verde, ha già incontrato il ministro a luglio in occasione dell’anniversario per le commemorazioni in ricordo del giudice Borsellino.«Il ministro sta mantenendo le promesse fatte allora – ha detto – E la sua visita oggi è tra quelle, come la fornitura per i libri di testo dei bambini e la sistemazione del campo di calcetto. Ma adesso la sfida è provare a mantenere le scuole aperte il più possibile».
Un appello subito raccolto dal ministro che ha annunciato: «Ho già parlato con una compagnia di crociera che verrà a Palermo e sto lavorando per realizzare qua, in questa parte della città, un istituto tecnico superiore. Stiamo lavorando per il bene dei nostri ragazzi, dobbiamo dare loro delle scuole sicure. Per anni queste strutture sono state dimenticate e adesso questo governo vuole dare edifici a norma e certificati». Dal canto suo, Musumeci ha posto l’accento sulle migliaia di «Zen presenti in Sicilia spesso sottratti alla luce dei riflettori: le periferie. Qui i ragazzi devono essere educati ad affrontare le criticità della vita in una cornice di assoluta legalità. E noi, come istituzioni, abbiamo il dovere di porci una domanda: cosa fare e con quali strumenti? Dobbiamo lavorare per realizzare il tempo prolungato nelle zone a rischio, che può diventare una soluzione per combattere la dispersione scolastica e il fenomeno dell’abbandono. Dobbiamo partire proprio dalle scuole in trincea» ha aggiunto.
Ma cosa prevede, in concreto, l’intesa siglata stamane tra il ministro e la Regione? Principalmente la diffusione del tempo pieno, il potenziamento dell’offerta formativa per le discipline curriculari di base, tecnico professionali e di lingue straniere, anche attraverso l’apertura pomeridiana delle scuole del primo e secondo ciclo, e la creazione di sportelli scolastici di ascolto e orientamento scolastico e professionale. Il documento punta, soprattutto, a contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, dando prioritaria attenzione all’innalzamento delle conoscenze e delle competenze e all’inclusione scolastica, con particolare riguardo verso le situazioni di svantaggio dello studente derivanti da condizioni sociali e culturali difficili, da disabilita’ o da disturbi specifici di apprendimento.
Previste anche misure che possano favorire l’alternanza scuola-lavoro di qualità: le esperienze di laboratori innovativi; promuovere un approccio allo studio delle Stem, ovvero della scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, e le attività di orientamento professionale e inserimento lavorativo post acquisizione del titolo. Per rafforzare l’inclusione sociale e contribuire alla riduzione delle condizioni di emarginazione, viene data priorità alle scuole di frontiera, che presentano elevati livelli di dispersione scolastica. Un’attenzione particolare sarà riservata agli studenti con situazioni familiari particolarmente difficili e gli studenti con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento, nonché a studenti appartenenti a minoranze linguistiche o a comunità nomadi. Per assicurare gli interventi, il gruppo paritetico sulla povertà educativa e la dispersione scolastica in Sicilia – istituito con decreto n. 24287 del 3/9/18 – individuerà una scuola pilota per singola provincia sulla base del tasso di dispersione scolastica e la percentuale di studenti in condizioni di svantaggio personali e familiari.
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