Il miliardario di Virgin attraversa a nuoto lo Stretto Azione per sensibilizzare: «Cosa ho visto? Rifiuti»

Dopo Beppe Grillo, Richard Branson a nuoto da una sponda all’altra dello Stretto di Messina. Il magnate britannico – fondatore del gruppo Virgin, che conta numerose attività tra intrattenimento, viaggi e media – ha deciso di intraprendere questa iniziativa per sensibilizzare l’opinione pubblica alla salvaguardia degli oceani e dei mari. Lo ha fatto, con oltre due mesi di ritardo, in occasione della giornata mondiale degli Oceani, istituita dalle Nazioni Unite e che si è svolta lo scorso 8 giugno per sensibilizzare «sulle principali funzioni vitali degli oceani minacciate da inquinamento, cambiamenti climatici, pesca non regolamentata e distruttiva, acidificazione delle acque e le trivellazioni petrolifere». Il giudizio di Branson sulle condizioni del mare che ha attraversato non sono state affatto buone. «Rubbish», «spazzatura», ha risposto a chi, una volta portata a termine l’impresa, gli ha chiesto cosa avesse visto mentre nuotava.

«Le condizioni oggi erano eccellenti – scrive sul suo blog Branson, accompagnato nella traversata dei tre chilometri dall’amico Adrian Grenier -. Sono partito forse un po’ troppo veloce e, una volta arrivato in mare aperto, sono rimasto a corto di fiato. Ma ho recuperato in fretta e, bracciata dopo bracciata, siamo arrivati dall’altro lato. Ci è stato chiesto quello che abbiamo visto per la maggior parte del tempo: purtroppo, la risposta è stata: “Rubbish“».

Ma le critiche non si fermano qui. Branson punta il dito contro la pesca a strascico che rovina i mari siciliani. «Le acque che circondano la Sicilia – scrive – sono state a lungo ricche zone di pesca, anche centro di attività illecite, la pesca eccessiva e illegale. Dai porti del Sud della Sicilia parte la pesca a strascico; mentre la Sicilia settentrionale è nota per la pesca che non rispetta le norme nazionali e internazionali». E cita il tonno rosso e il pesce spada come specie in pericolo. Ricorda quindi che «le reti da posta, usate in alcuni porti siciliani, sono state vietate dalle Nazioni unite nel 1990, perché sono conosciute come “i muri della morte”, in quanto intrappolano tutto ciò che nuota attorno a loro».

Infine il magnate elogia la biodiversità del Mediterraneo, «in particolare il Canale di Sicilia che si trova tra la Sicilia e la Tunisia. Sede di aree uniche come le barriere d’altura, vulcani sottomarini e canyon e ricco di vita marina, come balene, delfini, squali, tartarughe e molte specie di pesci». 

Salvo Catalano

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