Dopo due risultati utili si interrompe il cammino del Palermo verso la salvezza. I rosanero inciampano sulla “trappola” tesa dal Milan che, nella quarta giornata del girone di ritorno, ha vinto al Barbera con il punteggio di 2-0. Il successo degli ospiti rispecchia fedelmente l’andamento dell’incontro. Una gara dominata dai rossoneri che hanno archiviato la pratica già nel primo tempo imponendo senza affanni la legge del più forte. Troppo ampio il gap tecnico tra le due squadre: i rosa, nonostante la fiducia alimentata dai quattro punti ottenuti nelle ultime due gare, non sono entrati in partita e non hanno mai dato l’impressione di potere opporre una resistenza credibile al cospetto di un avversario di caratura superiore.
Il tandem composto da Tedesco e Barros Schelotto sceglie la linea della continuità. Una traccia visibile attraverso l’undici sceso in campo dal primo minuto, lo stesso proposto nelle ultime due partite. Anche Mihajlovic rinuncia ai propositi di turnover e conferma la squadra che domenica ha vinto nel derby contro l’Inter. Chiaro il segnale dei due allenatori: puntare su una formazione collaudata e dare certezze ad un gruppo in buone condizioni di salute può essere una strategia efficace. Il campo ha detto che sta bene soprattutto il Milan, più competitivo rispetto alla squadra insicura e ancora in rodaggio vista nel match di andata. La vittoria nel derby, inoltre, è stata una grande iniezione di fiducia.
La consapevolezza di essere ancora in corsa per il terzo posto ha dato nuova linfa alla compagine di Mihajlovic, scesa in campo al Barbera con l’obiettivo di dare slancio al proprio percorso e legittimare ulteriormente le proprie ambizioni. Ambizioni alimentate da un avvio sprint culminato, dopo tre ottimi interventi di Sorrentino, con il gol al 18’ di Bacca abile a finalizzare una trama offensiva rifinita da un assist di Abate sull’out destro. Per l’attaccante colombiano si tratta del dodicesimo gol in campionato, il terzo al Palermo dopo la doppietta siglata all’andata a San Siro. Incolpevole il portiere Sorrentino, l’ultimo ad “arrendersi” di fronte allo strapotere dei rossoneri che hanno legittimato una netta superiorità incanalando la partita sui propri binari già nel primo tempo. Fatale per i padroni di casa il 2-0 realizzato al 33’ da Niang su un calcio di rigore procurato da un ingenuo tocco con il braccio di Goldaniga. E’ il gol che, di fatto, ha tagliato le gambe ai rosanero.
Il Palermo, pericoloso nel primo tempo solo in una circostanza costruita sull’asse Quaison–Gilardino (l’attaccante ha sciupato una buona occasione con un colpo di testa a lato da posizione favorevole), nella ripresa ha provato a rimettersi in carreggiata ma la formazione guidata da Tedesco e Barros Schelotto non è riuscita a modificare il copione delineato nella prima frazione di gioco. I due tecnici rosanero si sono affidati anche a forze fresche (dopo l’intervallo Morganella e Trajkovski hanno sostituito rispettivamente Struna e Quaison) ma le mosse, al netto di un bel tiro di Trajkovski al 19’ deviato sopra la traversa, non hanno sortito effetti.
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