Il Governo regionale ‘gioca’ con l’elenco di 721 lavoratori eccedentari

LO STRUMENTO PER LA GESTIONE DEI PROCESSI DI MOBILITA’ SI PRESENTEREBBE INCOMPLETO, ILLEGITTIMO ED INGIUSTO. SAREBBERO MOLTI DI PIU’ I DIPENDENTI DEL SETTORE A RISCHIO

Nella Formazione professionale, settore tra i più chiacchierati in Sicilia e dove il Governo Crocetta ha toppato su tutta la linea politica e amministrativa, alcuni aspetti pare vengano sottaciuti o tenuti nel dimenticatoio per garantire la nascita di un nuovo progetto formativo sulle macerie di quello attuale.
Queste considerazioni giustificherebbero il caos creato ed i motivi che avrebbero spinto l’amministrazione regionale a lanciare nel mucchio un mostro chiamato Elenco del personale eccedentario. Un’accozzaglia di numeri, 721 lavoratori individuati in sede di verbalizzazione dell’accordo secondo criteri improponibili e lontani dagli schemi normativi.

La lista regionale del personale eccedentario della formazione professionale è strumento incompleto, illegittimo e ingiusto. Nato per effetto di una forzatura unilaterale del Governo, sottoposto come ultima spiaggia a sindacati e associazioni datoriali degli enti formativi e concepito con ogni probabilità in violazione della privacy nell’utilizzo dei dati personali degli interessati. Un gran casino messo in piedi dall’esecutivo di Rosario Crocetta e con ogni probabilità voluto dalle solite “Tre Marie”, al secolo Patrizia Monterosso, Anna Rosa Corsello e Nelli Scilabra (citate in ordine di importanza). Distorsioni contenute nell’elenco che macchiano l’esecutivo di incoerenza e presumibile incompetenza e parzialità.
Quale il motivo? Scrollarsi di dosso la grana dal personale eccedentario partorito dall’inutile e “vendicativo” taglio del 10 per cento del finanziamento della seconda annualità dell’Avviso 20/2011 da parte dell’assessore Scilabra.

Nell’omertoso silenzio di tutti gli attori che hanno sottoscritto lo scellerato verbale di accordo del 12 novembre scorso (era davvero l’ultima spiaggia?), ritorniamo a commentare criticamente, dalle pagine di questo giornale, l’utilizzo dello strumento denominato “Elenco del personale eccedentario II annualità ai sensi del verbale stipulato il 12/11/2013 tra il dipartimento Lavoro, organizzazioni sindacali e organizzazioni datoriali”.

L’Elenco è incompleto perché molti enti formativi non hanno dichiarato alcuna eccedenza pur in presenza di procedure di sospensione dei lavoratori attuate nel periodo che va dal giugno 2013 alla fine dell’anno. In questo mettendo a rischio la posizione lavorativa dei propri dipendenti. L’assessore Scilabra non dovrebbe garantire parità di trattamento tra gli enti e tra i lavoratori? Ci sono diverse decine di lavoratori che dovrebbero ultimare il periodo di Cassa integrazione guadagni in deroga (Cigd) al 31 dicembre prossimo. Per questi lavoratori quale futuro li attende?
Ciò equivale a dire che l’elenco degli eccedentari non è completo e non rappresentativo dell’intero quadro delle necessità. E allora, di fronte a questa parzialità dello scenario ed all’emergenza sociale in atto nel settore, con quale faccia tosta il Governo e l’amministrazione regionale si sono mossi? Quali obiettivi e quali strumenti possono essere attuarti senza avere il polso sul quadro regionale delle eccedenze? Qual è la strategia adottata dalle “Tre Marie” per scrollarsi di dosso il peso del personale e attuare il progetto politico voluto pare da una frangia del Pd in accordo con l’associazione degli industriali?
Altra distorsione rilevata potrebbe essere la scelta, mai contestata dalla dottoressa Corsello, attuata da alcuni enti formativi di dichiarare eccedentario tutto il personale, ma solo per poche ore. Ed allora diventa necessario sapere come nasce e perché l’elenco regionale. Forse l’accordo scellerato del 12 novembre non sarebbe dovuto servire per ricollocare quei lavoratori eccedentari per effetto della riduzione del 10 per cento del finanziamento della seconda annualità del citato Avviso 20? Se questo è il motivo, chi ha autorizzato gli enti a farsi i “fattacci loro”? Chi ha controllato la gestione delle risorse umane attuata da tutti gli enti titolari di finanziamenti pubblici a partire dal giugno 2013?
Qualcuno potrebbe sostenere che l’affondo critico sia inutile e fazioso, tanto il Governo trasferirà tutti i 10 mila lavoratori al Ciapi di Priolo risolvendo l’emergenza sociale e buttando a mare enti, interessi economici e affari territoriali. La verità però sembra essere altra: il presidente Crocetta e la “Corte dei miracoli” potrebbero essersi cacciati in un imbuto senza via d’uscita, il tutto avvalorato da alcuni eventi. Spingere i lavoratori verso il precariato con la svendita del posto regionale e soffocare gli enti formativi fino al collasso economico-finanziario: questo potrebbe essere l’epilogo di quel progetto politico, che sarebbe sponsorizzato e alimentato da una parte del Partito Democratico e dal mondo delle imprese, vogliosi di mettere le mani sul miliardo di finanziamenti comunitari che arriveranno dall’Unione europea con la programmazione 2014/2020.

L’elenco è illegittimo perché disattende le procedure di mobilità del personale disciplinate dall’articolo 2 bis della legge regionale n.25 del 1 settembre 1993, dalla circolare n.10/94, rispolverato inutilmente dalla Corsello per vendere forse fumo ai lavoratori, e dal Contratto collettivo di lavoro della categoria.
Ciò che è accaduto, invece, è l’esempio di un Far West dove chi la spara più grossa comanda. Il reclutamento del personale eccedentario, viene riferito da indiscrezioni, avverrebbe per telefono, attraverso il contatto avviato da un dipendente dell’ente con carenza di personale. Violazione di privacy e disapplicazione del quadro normativo ed amministrativo regionale renderebbe difatti illegittima tutta la procedura. Dal contenzioso alimentato da questo caos potrebbe uscire fuori, tra qualche settimana, la verità sul tragicomico percorso assunto dal Governo regionale con l’accordo del 12 novembre scorso.
L’elenco è ingiusto perché non tutti i lavoratori eccedentari hanno avuto accesso alla procedura strampalata messa su dall’amministrazione regionale, in quanto diversi enti sarebbero sfuggiti al controllo da parte dell’amministrazione regionale. Altro che Governo della legalità e trasparenza. Come non accorgersi che taluni enti formativi con una mano hanno posto in Cassa integrazione il proprio personale e con l’altra chiedono ai sindacati il lascia passare per nuove assunzioni? Come non accorgersi che, prim’ancora di avviare la seconda annualità dell’Avviso 20, qualche ente avrebbe già provveduto a stipulare contratti con lavoratori autonomi con il gioco della Partita iva, fottendosene dell’Albo? Di fronte alla circostanza che diversi enti se ne sono infischiati di seguire le disposizioni assessoriali, sospendendo i lavoratori ad attività formativa avviati dall’8 giugno 2013, l’esecutivo è rimasto in silenzio. Perché? Disattenzione, incompetenza, o scelta politica calcolata?
Nella sua opera magistrale “Il principe”, Nicolò Machiavelli diceva “nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de’ Principi …. si guarda al fine … I mezzi saranno sempre iudicati onorevoli e da ciascuno lodati”. Frase riportata ai nostri tempi in una versione distolta e meglio conosciuta come “Il fine giustifica i mezzi”. Il richiamo storico appare azzeccato perché potrebbe rivelarsi la chiave di lettura per comprendere l’atteggiamento del Governo regionale. Sarebbero diversi, quindi, i motivi, e tutti politici, che avrebbero spinto l’esecutivo a mettere in piedi un sorta di mostro. Volendo allora ritirare le somme di fine anno, la bocciatura sull’operato del presidente Crocetta e delle “Tre Marie” nel settore della Formazione professionale, sarebbe senza appello. Infatti, resta l’emergenza sociale e aumenta la povertà tra i lavoratori del settore formativo, precarizzati e delegittimati nel ruolo e nella dignità. Ed è per tali ragioni che la lettura critica appare chiara ed insindacabile.

Giuseppe Messina

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