Si chiudono le porte anche per Sviluppo Italia Sicilia. La partecipata della Regione è stata messa in liquidazione questo pomeriggio, nel corso dell’assemblea dei soci che si è tenuta a palazzo d’Orleans. La Regione, socio unico della società partecipata, ha deciso di staccare la spina e nominare un commissario liquidatore, ruolo che è stato affidato alla presidente dimissionaria Carmelina Volpe, che appena qualche giorno fa aveva ratificato il proprio addio alla società partecipata. Nulla si sa ancora sul futuro dei 75 dipendenti, che al momento attendono ancora il saldo di nove mensilità arretrate.
«Quella del governo è una decisione che non arriva certo a ciel sereno – dichiara a MeridioNews Pietro Cucuzza, segretario della Fiba (federazione bancari) Cisl – era stata paventata in questi giorni, ma fino all’ultimo speravamo che le cose andassero diversamente. Le commesse da passare a Sviluppo Italia Sicilia c’erano, la società si sarebbe potuta salvare».
«Io mi chiedo – prosegue lo sfogo di Cucuzza – se l’attuale presidente della Regione, la maggioranza, la deputazione tutta, facciano davvero gli interessi dei siciliani o giochino soltanto a perdere. L’amarezza che vivono i lavoratori è la stessa che viviamo come organizzazione sindacale, perché così si va soltanto ad ingrossare l’esercito di chi vive la propria situazione lavorativa in maniera drammatica».
Intanto domattina è prevista in commissione Bilancio all’Assemblea Regionale Siciliana un’audizione su Sviluppo Italia Sicilia: «In quella sede chiederemo un futuro, una prospettiva per questi lavoratori». Secondo Cucuzza la nomina di Volpe in qualità di commissario liquidatore sarebbe «l’ennesima beffa. Non si può nominare chi è stato sfiduciato dalla politica e dai fatti e ignorare che si tratta degli stessi amministratori che hanno portato la società al disastro, negandole il futuro». Gli fa eco Fabrizio Ferrandelli, che in un tweet rincara la dose: «Crocetta chiude Sviluppo Italia Sicilia e nomina commissario chi ha avuto gravi responsabilità nella cattiva gestione della società. Vergogna!»
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