Il Giro d’Italia e la polemica tra il sindaco e l’assessore Messina Autonomisti all’Ars chiedono rimozione dalla giunta Musumeci

Una polemica servita su Facebook che adesso rischia di creare un molesto grattacapo addirittura al presidente della Regione Nello Musumeci. Sul tavolo c’è lo scontro tra l’assessore regionale allo Sport Manlio Messina e il sindaco di Paternò Nino Naso. Oggetto del contendere l’essersi attribuito – da parte del primo cittadino – i meriti del passaggio del Giro d’Italia lungo le strade della cittadina in provincia di Catania. «Con il cuore colmo di gioia – ha scritto Naso sul proprio profilo – annuncio ufficialmente che la città ospiterà per la terza volta da quando si è insediata la nostra amministrazione il Giro d’Italia». Esternazione a cui è seguita la replica di Messina, esponente di primo piano di Fratelli d’Italia. 

«Mi tocca smentire le dichiarazioni di un sindaco che definirei quanto meno originale – scrive Messina su Facebook -. Perché ci vuole originalità per prendersi i meriti del lavoro altrui. Il Giro D’Italia è interamente finanziato dall’assessorato allo Sport e per la parte riguardante la manutenzione delle strade da quello alle Infrastrutture. I Comuni in nessun modo intervengono per la loro partecipazione». Messina bolla l’uscita di Naso, e il suo «ci abbiamo lavorato molto» come una «originalità, per non definirla maleducazione istituzionale, nell’avere anticipato una notizia ancora prima di chi finanzia e organizza l’evento». Con l’aggravante di non avere nemmeno ringraziato la Regione per l’impegno economico.

Stando alle parole dell’assessore regionale nessuno, tra chi amministra Paternò, si sarebbe fatto avanti per chiedere il passaggio dei ciclisti e della carovana dalle strade della cittadina. Pochi minuti che, anche grazie alla copertura televisiva dei canali di mezzo mondo, spesso riescono a trasformarsi in una cartolina per pubblicizzare il territorio. «Tante persone mi hanno richiesto di prendere in considerazione la città di Paternò come tappa di passaggio – aggiunge Messina – ma certamente non il sindaco Naso, che ribadisco non vedo da almeno due anni».

A gettare una discreta dose di benzina sul fuoco ci hanno pensato tre deputati del gruppo autonomista all’Assemblea regionale siciliana. Giuseppe Compagnone, Giovanni Di Mauro e Totò Lentini – tutti inseriti nella maggioranza che sostiene Musumeci – hanno presentato una mozione di censura nei confronti dell’assessore regionale. Nel documento viene chiesto, senza giri di parole, di rimuovere Messina dal suo ruolo nella giunta per «le inadeguate dichiarazioni rese dall’assessore rispetto al ruolo istituzionale di governo della Regione da questi rivestito nei confronti del sindaco di Paternò e della comunità da lui amministrata». Condanna anche per i toni «oltremisura polemici e in alcuni passaggi caratterizzati da una violenza verbale proprio di ideologie certamente non democratiche e rispettoso delle altrui idee». Una spaccatura all’interno del centrodestra che sembra fare il paio con quella che si è già consumata a Paternò in vista della amministrative. Da un lato Fratelli d’Italia a sostegno di Alfio Virgolini e dall’altro lo stesso Naso, a caccia del bis forte della sua estrazione autonomista

Salvatore Caruso

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