Il giornalismo online in cerca di identità

Multimedialità e interattività crescono ma ancora non sono abbastanza sfruttate. La gerarchia delle notizie continua ad essere dettata dal giornale cartaceo e quando se ne distacca, il sito preferisce dedicare i suoi spazi alle notizie di cronaca, costume e spettacoli, piuttosto che ad approfondimenti o a momenti d’interazione con il lettore. Molta attenzione alla copertura degli eventi speciali ma l’impressione generale è che “on line si vada senza troppa voglia o energia”.

 

Il ritratto della stampa on line del nostro Paese arriva da uno studio di due ricercatori dell’Università di Padova e Udine, Mauro Sarrica e Leopoldina Fortunati, nell’ambito di un’analisi comparativa dei giornali cartacei e web di 16 paesi europei. La ricerca è stata pubblicata recentemente dall’Università di Amsterdam, col titolo Print and online newspapers in Europe. A comparative analysis in 16 countries, e raccoglie l’analisi del contenuto delle prime pagine dei quotidiani europei e delle home page dei loro siti web.

 

In Europa. Dai quotidiani analizzati emerge che il 70 per cento delle più importanti notizie on line è identico a quelle pubblicate nel giornale di carta. La stampa impegnata nel Regno Unito per esempio, ha il coltello dalla parte del manico nei confronti di internet e detta la sua legge. Una parte dei più importanti articoli che iniziano sulla prima pagina dei quotidiani on line appaiono anche nell’edizione stampata. Questa sovrapposizione è quasi totale (più del 95 per cento) nei giornali in Bulgaria, a Cipro, in Grecia, in Irlanda e in Lituania.

 

In Italia. Se in Europa si ha una sostanziale omogeneità tra carta e web, l’Italia sembra invece soffrire meno della sindrome “faccio quello che fa il giornale”. Le prime pagine e le home page del Corriere della Sera, Messaggero, Repubblica, Sole 24 Ore e Stampa sono state messe sotto la lente d’ingrandimento degli analisti. Per tutti è stata scelta una data: l’8 ottobre 2003. Secondo i giornali di carta è il giorno in cui il Papa prega per la pace e in Medioriente soffiano venti di guerra. Il giorno in cui Gianfranco Fini propone di estendere il voto agli immigrati e Ariel Sharon dichiara di voler bombardare i nemici di Israele. Secondo i giornali on line è principalmente la giornata della cronaca nera e dello sport, con Trapattoni, allora allenatore della Nazionale, che propone di usare le nuove tecnologie a supporto delle decisioni degli arbitri. E se crimine, sicurezza e difesa la fanno da padrone nelle home page analizzate, la politica è l’argomento di cui si parla di più sia nel cartaceo che sull’on line.

 

“La chiara tendenza – dicono i ricercatori – è che i media sul web si occupino prevalentemente di temi più periferici del discorso mediatico, mentre la carta stampata punta sui temi centrali del dibattito. Questo riduce il rischio di cannibalizzazione”. E questa tendenza sembra riflettere in pieno lo stile di Corriere.it, Repubblica.it e Sole 24 Ore.com, che diversificano gli articoli on line rispetto a quelli pubblicati sulla versione di carta, ma preferiscono argomenti più leggeri.

 

L’altra differenza risiede nella firma. Il 73 per cento degli articoli del cartaceo sono firmati dal giornalista, mentre il 64 per cento dell’on line è anonimo. “Questo – dice Mauro Sarrica – potrebbe essere un modo per ridurre l’importanza del giornalista. Non conoscendo l’autore del pezzo, l’attendibilità della notizia si trasferisce direttamente alla testata, che fa da garante, ma così si evita la responsabilità personale dei pezzi”.

 

Multimedialità. Nel 2003 le testate on line cominciavano a muovere i primi passi verso il multimedia, soprattutto attraverso l’uso delle photogallery. Repubblica.it inaugurò la stagione degli speciali dove immagini, testo e video si fondevano insieme. Oggi, sia il sito di Repubblica, sia quello del Corriere hanno una vera e propria sezione intitolata Multimedia e Mediacenter dove raccolgono testi, foto, audio, video e ospitano un vero e proprio tg. “Rispetto a quando li abbiamo analizzati noi – dice ancora Sarrica – le due testate sono sicuramente migliorate nella presenza di contenuti multimediali. Ma, parlando da utente e non da ricercatore, direi che la multimedialità è ancora scollegata dagli articoli, mentre la sua caratteristica principale sarebbe proprio quella di aggiungere qualcosa in più che non dà il testo”.

 

Interattività. Su questo fronte, secondo Sarrica, si può lavorare ancora. Nel 2003 l’interattività si basava prevalentemente su forum e sondaggi. Poi Repubblica ha provato a dialogare con il suo pubblico utilizzando anche i blog. Il Sole 24 Ore ha messo a disposizione le e-mail dirette dei giornalisti. Il Corriere ha cominciato a lanciare concorsi fotografici e giochi. Ma ancora manca, secondo lo studioso, la possibilità per il lettore di commentare gli articoli che potrebbe anche tradursi in una sorta di giornalismo partecipativo. Non solo commenti da inserire, ma veri e propri pezzi inviati dai cittadini e approvati dalla redazione.

 

Eventi speciali. E’ proprio nel corso di eventi straordinari che le redazioni on line danno il meglio di loro. E sfruttano in pieno le potenzialità del mezzo. Velocità, aggiornamento continuo, forte contributo dei lettori attraverso forum e messaggi speciali. E’ anche accaduto che fosse il pubblico stesso a dare le notizie ai giornalisti, attraverso testimonianze dirette di chi si trovava sul posto, come nel caso degli attentati in Egitto e a Londra.

 

Internet corre. L’analisi comparativa del contenuto in termini quantitativi però, trova il suo limite nella velocità con cui i siti si trasformano. Così, ciò che poteva esser valido nel 2003 fa i conti con le trasformazioni che molti quotidiani on line hanno avuto negli ultimi anni. Gli “addetti ai lavori” sottolineano i mutamenti che ci sono stati e la volontà di adeguarsi al mezzo. E’ cronaca degli ultimi giorni per esempio, che proprio Repubblica.it abbia anticipato la notizia delle possibili dimissioni di Franco Carraro dalla Federcalcio, ponendosi in competizione con le agenzie d’informazione. Segno dei tempi che cambiano.

 

 

Vai all’intervista a:

Giuseppe Smorto, caporedattore di Repubblica.it

Mattia Losi, caporedattore de Il Sole 24 Ore.com

 

Vai allo studio:

Print and online newspapers in Europe. A comparative analysis in 16 countries

 

 

(24 maggio 2006)

 

Questo articolo è stato ripreso, con l’autorizzazione dell’autrice, da “IL DUCATO online”. Clicca qui per il link all’articolo.

Alessandra Bravi

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