Due cadaveri in mare, al largo delle coste siciliane, recuperati in due aree diverse e con le teste mozzate. In entrambi i casi, è impossibile il riconoscimento. Il primo corpo, in avanzato stato di decomposizione, è stato rinvenuto lunedì 17 dicembre sulla scogliera di Punta Spalmatore nellisola di Ustica. A indicare il punto esatto del ritrovamento sono stati due isolani che hanno segnalato ai carabinieri la presenza di un cadavere adagiato sugli scogli.
Dai primi esami utili alle indagini ed eseguiti presso lIstituto di medicina legale del Policlinico di Palermo, sembra si tratti di un uomo di carnagione chiara senza mani e senza testa a cui ancora non è possibile dare unidentità. Si attendono dunque i risultati degli esami, ancora in corso.
È affiorato invece al largo di Cefalù il secondo corpo decapitato, martedì 25 dicembre. Anche questo proveniente dal mare e nella stessa rotta di un pescatore che, subito dopo lavvistamento, ha avvertito la Capitaneria di porto.
Ad attivarsi nellimmediato una motovedetta, intervenuta per il recupero del cadavere, trasferito anche questo, nellIstituto di Medicina legale del Policlinico di Palermo, dove è ancora in corso lautopsia.
Impossibile ancora dargli un nome. Difficile inoltre stabilire se i due episodi, sia questo che quello di Ustica, siano isolati o assimilabili alla stessa causa.
Forse i due fatti sono riconducibili allincidente avvenuto il 9 dicembre al largo di Palermo, quando il cargo della Grimaldi Livorno- Palermo, a causa di unonda anomala, ha perso una dozzina di Tir in mare.
È possibile che il forte impatto, oltre a generare danni ai veicoli a bordo e la scivolata degli stessi Ti in mare, abbia provocato lammaraggio di alcuni immigrati saliti clandestinamente sul traghetto?
Si ipotizza che le eliche possano aver tranciato le teste dei malcapitati ed essere finite in mare insieme ai loro corpi ritrovati nei giorni scorsi.
Ancora da accertare la presenza di passeggeri non registrati a bordo.
Infine, un particolare piuttosto strano che accomuna i due casi: in entrambi i cadaveri mancano gli elementi che porterebbero ad unidentificazione dei morti: le impronte e i volti. Ovvero le mani e le teste.
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