Il fratello: «Non perdono chi lo ha ucciso» E nel quartiere aumentano gli iscritti a scuola

«No, non mi sento di perdonare chi ha ucciso mio fratello. Avrei preferito fosse ancora vivo, in mezzo a noi, piuttosto che Beato». Gaetano Puglisi ha 84 anni, da quel maledetto 15 settembre sono trascorsi 22 anni, eppure il fratello di don Pino, il parroco antimafia ucciso a Brancaccio da Cosa nostra, non dimentica. E non perdona. «Pagavo la retta dei suoi studi in seminario, visto che la nostra era una famiglia povera: mio padre faceva il calzolaio, mia madre la sarta, era un periodo triste» racconta a “Voci del mattino“, di Radio 1 Rai.

Il suo fu il primo matrimonio celebrato da 3P, come lo chiamavano affettuosamente i ragazzi del quartiere, regno dei Graviano, che don Pino sfidò a viso aperto. «Quel giorno ci mettemmo a piangere tutti – ricorda Gaetano Puglisi -. Ricordo un episodio che mi colpì molto: lo andai a trovare in chiesa mentre lui officiava la messa. Al termine gli chiesi perché, contrariamente alla procedura normale nella quale le offerte si raccoglievano durante la messa, quella volta venne messo un vassoio davanti la porta. E lui mi disse che chi voleva metteva i soldi e chi li voleva prendere li prendeva. Questo mi disse Pino e la cosa mi impressionò molto».

Oggi in occasione dell’anniversario della sua morte docenti e alunni della scuola dell’infanzia Orestano, che si trova proprio accanto alla parrocchia San Gaetano di padre Puglisi, hanno messo in scena uno spettacolo di poesie, canti e balli. «Questa scuola è un gioiello – ha detto il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone – la Buona scuola esiste già a prescindere da Renzi e dal sottoscritto, abbiamo delle risorse al ministero per cui siamo contenti di potervi dare una mano per la realizzazione del teatro». Intanto proprio dalla gente del quartiere in cui don Puglisi è nato e per il quale ha dato la vita arriva il primo regalo: un aumento degli studenti iscritti del 20 percento e oltre 50 bambini di Brancaccio in lista d’attesa. «Fino a qualche anno fa i bambini accedevano non prima di 4-5 anni direttamente alla scuola primaria che è obbligatoria – spiega Palma Sicuro, preside della scuola di infanzia Orestano -. Adesso i genitori portano i bambini a scuola già a 3 anni, e questo per il quartiere è un successo». 

In tutto sono 640 gli alunni, dai 3 ai 10 anni, distribuiti nei quattro plessi della Orestano. La media, sogno di padre Puglisi, è stata realizzata solo nel 2000. Tra le maestre che hanno conosciuto padre “3P” c’è Silvana Farina. «Era mite e accogliente, ha aperto le porte agli ultimi – dice – e puntualmente seguiva i bambini che non frequentavano la parrocchia. Quando abbiamo saputo del suo assassinio eravamo riuniti in collegio docenti, ricordo il silenzio, eravamo attoniti. Ora padre Puglisi non c’è più, ma le sue idee ci ispirano nella didattica quotidiana».

Redazione

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