Il fiume Simeto a rischio alga tossica Feltri: «Sversamento grave e inspiegabile»

Da gennaio il lago Pozzillo, in territorio di Regalbuto, è contaminato dall’alga rossa, considerata tossica e cancerogena per animali e uomini. Lo specchio è circondato da una diga gestita dall’Enel che ha deciso di aprire le chiuse e sversare nel fiume Simeto tonnellate d’acqua del lago. Una notizia che ha fatto scattare l’allarme tra gli agricoltori riuniti nell‘associazione Valle del Simeto e tra gli ambientalisti, con Legambiente in prima fila, che hanno presentato un esposto alle procure di Enna e Catania e scritto a prefetti e sindaci per chiedere il motivo della decisione che porterebbe alla proliferazione degli effetti dannosi dell’alga. Venerdì la prefettura ha diffuso una nota e sabato il Comune di Paternò ha emanato un’ordinanza con il divieto di prelievo delle acque. «Stiamo seguendo da vicino le operazioni che riguarderanno il Simeto – spiega il sindaco di Paternò Mauro Mangano – e nel frattempo l’Enel ci ha assicurato che verserà l’acqua nel tratto successivo a Ponte Barca, quindi le operazioni non riguarderanno il lembo di fiume che ricade sul territorio del nostro Comune».

Ma il problema rischia di estendersi a molti altri Comuni, che non hanno provveduto ad informare correttamente agricoltori, allevatori e cittadini. «E’ impossibile passare la comunicazione in un weekend, inoltre non si capisce il motivo di una decisione così grave che, anziché arginare il fenomeno, si appresta ad amplificarlo per diffonderlo sino a mare, alla foce del fiume Simeto», spiega Emanuele Feltri, giovane imprenditore agricolo e membro dell’associazione Valle del Simeto, che la scorsa estate ha subito diverse intimidazioni. Preoccupa il fatto che non siano stati quantificati i possibili danni su flora e fauna. «Le vacche continuano a pascolare e a bere dal fiume, mentre non si arrestano i prelievi abusivi di acqua. E poi c’è quella strana morìa di pesci che va avanti ciclicamente da due anni», sottolinea Feltri.

Da mesi l’Arpa di Enna monitora lo stato delle acque del lago. La proliferazione dell’alga tossica non è nuova. «Già cinque anni fa si è registrato un caso simile – spiegano dalla protezione civile di Enna – all’epoca non si procedette allo sversamento, ma si preferì aspettare qualche mese che il fenomeno rientrasse naturalmente». Le alghe rosse, del tipo Planktothrix Rubescens, producono nell’uomo microtossine che possono causare tossicosi, polmoniti allergiche e, se ingerite, anche tumori epatici, gastrointestinali ed epiteliali. Mentre un animale rischia la morte in un arco di tempo compreso tra trenta minuti e 24 ore. Il coordinamento di associazione Valle del Simeto, insieme a Legambiente, adesso vuole vederci chiaro. «Negli ultimi due anni – spiega Feltri – abbiamo registrato diversi casi di morìe di pesci nel fiume e abbiamo accertato che almeno quattro volte in questo periodo è stato aperto l’invaso di Pozzillo. Vogliamo capire se ci sono legami tra le due cose e da quanto tempo è presente davvero l’alga tossica nel lago».

L’inizio dello sversamento è previsto ufficialmente per le 14 di oggi. «Di solito, l’apertura degli invasi è giustificata da un livello troppo alto dell’acqua. Stavolta invece è stato comunicato che i livelli sono bassi. Come mai allora questa decisione?», si chiede Feltri. L’alga rossa arriva dal Sud America e rischia di contaminare anche altri invasi vicini, trasportata dagli uccelli migratori. «Ma la proliferazione avviene soprattutto a causa dei concimi chimici azotati, dei percolati che finiscono nell’acqua, degli sversamenti dai centri abitati che non hanno depuratori a norma – spiega il giovane imprenditore -. Infatti in casi simili la protezione civile invita ad emanare ordinanze che obbligano gli agricoltori a passare al biologico per un certo periodo».

Paternò è l’unico comune ad aver emanato un’ordinanza di divieto di prelievo dell’acqua. Stamattina il sindaco ha inviato una nota alla Prefettura di Catania nella quale ha chiesto di ottenere «con la dovuta tempestività, informazioni in merito alla durata del fenomeno, oltre alla rassicurata comunicazione di conclusione del periodo di pericolo», sottolineano dal Comune del Catanese. «Ma l’emergenza andava fronteggiata prima – conclude Feltri – Adesso è come quando, dopo la festa di Sant’Agata, si mette il divieto di circolazione per i motorini a causa della cera. Non si risolve nulla».

Salvo Catalano

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