Il Palermo, pronto a dare battaglia fino all’ultimo in merito al «caso nazionali», continua a sparare le proprie cartucce. I contenuti del comunicato diramato dalla società, nota che ha sposato anche il sindaco Orlando chiamato in causa dal club di viale del Fante, sono stati ribaditi in conferenza stampa al Tenente Onorato dal ds Lupo. Con amarezza, il dirigente ha preso atto del ‘muro’ eretto dalla maggioranza delle società di serie B durante l’assemblea ordinaria non elettiva tenutasi a Coverciano mercoledì scorso in relazione alla richiesta di rinvio delle gare dei rosanero in concomitanza con gli impegni delle Nazionali. Impegni che costringono la compagine di Tedino a scendere in campo con un organico decimato: «Siamo arrabbiati perché non abbiamo ricevuto una motivazione valida – ha spiegato Lupo – e non c’è stata data alcuna motivazione. Perché si ferma il campionato Primavera e solo la serie B non si deve fermare in occasione della sosta per le Nazionali?
Ci tengo a precisare che noi non abbiamo chiesto il rinvio per un nostro interesse di bottega ma per salvaguardare la sportività e la competitività del campionato basandoci, peraltro, su una precisa norma delle Noif (Norme organizzative interne della Figc, ndr) che impone alle società di schierare sempre la migliore formazione possibile. Se il polverone da noi sollevato a livello mediatico può diventare un alibi per qualcuno? Non credo che ci sia questo rischio – ha aggiunto – l’alibi, poi, è una scusa, una giustificazione e in questo caso stiamo parlando di fatti oggettivi. Siamo delusi anche perché abbiamo fatto delle proposte studiando nuovi filtri e soluzioni alternative ma non abbiamo ricevuto risposte valide. Ci hanno detto che ‘è no perché è no’ senza andare oltre. È una vicenda che ci amareggia ma se non hanno preso in considerazione la nostra richiesta vuol dire che ci temono. Significa che siamo forti e questo ci deve dare ancora più carica».
La rabbia per il mancato accoglimento di un’istanza portava avanti con convinzione è smorzata tuttavia dai risultati della squadra, seconda in classifica, e dalla consapevolezza che il Palermo è un gruppo competitivo: «Se abbiamo una squadra con una precisa identità e con dei valori morali lo dobbiamo a Tedino e al suo staff. Il Palermo è una squadra forte, un ottimo gruppo e se giocherà sempre con umiltà, determinazione e consapevolezza del fatto che in serie B non esistono partite facili potrà togliersi tante soddisfazioni e fare bene contro qualunque avversario. È confortante notare che la squadra ha una precisa fisionomia e dei principi di gioco che esprime al di là dell’avversario che ha di fronte. Un Palermo ‘sporco, brutto e cattivo’? È una frase che anch’io ho usato in passato e nella quale mi rivedo. Sacrificarsi, lottare e dare sempre il massimo sono virtù che fanno la differenza nel torneo cadetto».
Determinante è anche il livello di competitività di una squadra. Aspetto che, in sede di mercato, compete al direttore sportivo: «Il nostro mercato, di cui mi assumo al cento per cento la responsabilità, è stato condiviso. Abbiamo deciso di valutare gli aspetti positivi facendo emergere ciò che c’era di buono in organico nonostante la retrocessione. Siamo convinti che smantellare la rosa per prendere altri 7-8 giocatori sarebbe stata una scelta cervellotica e, per questo motivo, abbiamo deciso di puntellare il telaio già formato con valide alternative prendendo giocatori duttili e impiegabili in più ruoli come ad esempio Rolando, che a Brescia alla seconda giornata ha agito ad un certo punto come esterno offensivo, o Dawidowicz, utile sia in difesa che a centrocampo».
Era già di proprietà del Palermo ma anche La Gumina, tornato alla base dopo il prestito alla Ternana, può essere considerato un nuovo acquisto: «Crediamo nelle sue qualità ed è anche per questa ragione che è in dirittura di arrivo il rinnovo contrattuale. È fisiologico che lui ed Embalo abbiano delle pause perché questo è un momento in cui avvertono la responsabilità di giocare gare importanti ma anche loro sanno che possono fare meglio e sono convinto che ci riusciranno». Ha ampi margini di miglioramento pure Trajkovski, attaccante che non ha ancora espresso tutto il suo potenziale: «Come si gestisce e si aiuta un giocatore del genere? Andrebbe fatta a lui questa domanda. Noi possiamo cercare di aiutarlo ma è lui che deve chiedersi come mai un giocatore con le sue qualità sia in serie B ed è dentro di lui che deve scattare qualcosa. Lo dice la sua carriera ma è anche vero che ha ancora tempo a disposizione per dimostrare il suo reale valore».
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