Non c'è da stupirsi. Non quest'anno. Il provvedimento firmato dal sindaco di Catania nei giorni scorsi è almeno il quarto del suo genere e risponde alle richieste di una circolare del Viminale. Manca però la planimetria
Il «divieto di abitazione» per i botti di Sant’Agata Ecco cos’è l’ordinanza che viene emanata dal 2018
Febbraio 2018, gennaio 2019, luglio 2019 e, adesso, gennaio 2020. Se ne discute in abbondanza in questi giorni, ma quella firmata dal sindaco di Catania Salvo Pogliese è la quarta ordinanza di «divieto temporaneo di abitazione e frequentazione degli immobili» nelle vicinanze dei luoghi in cui saranno esplosi i fuochi d’artificio del Comune. Le limitazioni sono, più o meno, sempre le stesse: non si può stare a meno di cento metri da villa Pacini il 3, il 4, il 5, il 6 e il 12 febbraio (in fasce orarie diverse); a meno di quaranta metri dalla Villetta adiacente la Cattedrale il 2, 3 e 12 febbraio 2020; a meno di quaranta metri da piazza Carlo Alberto il 4 febbraio; a meno di cento metri da piazza Palestro (angolo corso dei Mille) il 5 febbraio; a meno di quaranta metri da piazza Cavour (Borgo) il 6 febbraio.
L’ordinanza sindacale, come detto, non è una novità di questa amministrazione. Anche perché si tratta dell’applicazione di una circolare del ministero dell’Interno datata 2001 e aggiornata, con riferimento ai fuochi acquatici, nel 2017. Per essere più chiari: gli spettacoli pirotecnici prevedono delle esplosioni, quindi bisogna adottare misure di sicurezza affinché non causino problemi ai cittadini. Quali siano queste misure lo stabilisce il Viminale, che include anche le distanze minime dai luoghi di esplosione e stabilisce i comportamenti da tenere nella «zona di sicurezza».
Cioè: «Non è consentito l’accesso o la sosta del pubblico» e «gli edifici, le costruzioni, le strutture di qualsiasi genere esistenti non devono essere abitate o frequentate durante lo svolgimento dello spettacolo e devono essere sufficientemente distanti per non subire danni». Disposizioni precise rispettate anche dal primo cittadino Enzo Bianco durante il suo mandato. L’ex sindaco, poche ore fa, commentando su Facebook l’ordinanza 2020 di Pogliese scrive: «Stento a crederci! È stata emanata un’ordinanza sindacale che obbliga a lasciare le proprie case nelle piazze dove si spareranno i fuochi d’artificio». L’1 febbraio 2018, a ridosso dell’esplosione dei fuochi della sera del 3 febbraio, lo stesso Bianco aveva emanato la medesima ordinanza. Limitandola, però, al solo raggio di cento metri da villa Pacini e senza includere i fuochi previsti in piazza Borgo, in piazza Carlo Alberto e al Fortino.
Nel 2019 Pogliese ha esteso i divieti anche a queste ultime piazze. La distanza, spiega il ministero dell’Interno, va considerata a partire da qualunque punto di delimitazione dell’area di sparo. L’ingresso di Villa Pacini che dà su via Dusmet, che è il luogo da cui è prevista (in base alla potenza dei fuochi artificiali) la massima distanza, dista circa 180 metri da Palazzo degli elefanti e poco meno di cento metri dalla porta di accesso a Palazzo dei Chierici. I cancelli della villetta adiacente la Cattedrale si trovano, invece, a circa quaranta metri dall’ingresso del Comune, ammettendo che sia preciso il conteggio effettuato da Google Maps.
Inferiore è, invece, la distanza che separa i luoghi di sparo dalla chiesa della Badia di Sant’Agata, dai palazzi all’angolo tra via Etnea e via Vittorio Emanuele, e dall’edificio della Curia. Più complesso è, invece, il caso di piazza Cavour, piazza Carlo Alberto e piazza Palestro, dove i palazzi abitati sono molto più vicini. Nell’ordinanza, però, non è allegata alcuna planimetria e l’atto, nel frattempo, è stato notificato «agli abitanti degli immobili in questione».