‘Il dibattito politico in Italia mi è sembrato pesante’

Raquel, di dove sei originaria, cosa fai nella vita e da quanto tempo abiti in Italia?

“Sono di Valencia, lavoro come volontaria nel sociale qui a Catania e nel frattempo studio in un corso di laurea specialistico alla Facoltà di Lingue. Abito in Italia ormai da 2 anni, ma torno in Spagna una volta ogni quattro mesi”.

 

La politica ti interessa? Militi in qualche partito? Si può dire per chi hai votato alle ultime elezioni in Spagna?

“La politica mi interessa molto, perché penso sia l’unico modo che ha il popolo di partecipare alle decisioni pubbliche che riguardano tutti gli ambiti della loro vita. Alla fine penso che sia un diritto del cittadino. Ma è anche un dovere prendere una posizione per poter cambiare le cose. Non si può restare zitti. Non faccio parte di nessun partito, ma alle ultime elezioni posso dirvi di aver votato Zapatero. Mi trovavo in Francia e sono tornata al mio paese apposta per votare. Non credevo ciecamente in lui, ma pensavo fosse intelligente votarlo in quanto rappresentava una sicura svolta nella gestione del paese. Penso comunque che votare per un partito minoritario sarebbe stato buttare il mio voto. Comunque non credo che Zapatero stia lavorando bene. Invece di lavorare per lo sviluppo del Paese, sta accontentando le richieste di alcuni gruppi sociali come gli omosessuali e gli anziani che insieme rappresentano da soli una grossa fetta del suo elettorato. Sono contenta però che abbia ritirato le truppe dall’Iraq”.

 

Hai seguito la campagna elettorale Prodi vs. Berlusconi? Cosa ne pensi dei contenuti oggetto di dibattito? E delle tecniche di comunicazione adottate?

“Non l’ho seguita intensamente. E’ comunque impossibile non accorgersi di ciò che sta accadendo: mi sembra che i mass media abbiano dato troppa importanza ai dibattiti faccia a faccia in tv, commentando i vestiti indossati, le posizioni dei candidati negli studi televisivi, ecc… invece di discutere sui contenuti della campagna politica. Non mi sembra serio che i leader politici si sforzino di mostrare le proprie capacità oratorie e di prevalere l’uno sull’altro invece di mettere in evidenza le coalizioni che li supportano. Berlusconi in tanti episodi della campagna mi è sembrato patetico: metà del tempo che aveva a disposizione nei duelli tv lo impiegava per parlar male dell’opposizione. I dati sui sondaggi e sull’andamento dell’economia che ho sentito nominare sembrano buttati lì senza la possibilità di essere verificati. Parlando dei contenuti della campagna, non mi sembra che siano così evidenti, tant’è che non me ne viene in mente uno”.

 

Che ne pensi del modello dei dibattiti tv adottato in Italia?

“Purtroppo non ne ho potuti seguire perché non ero in Italia, ma posso dire che in Spagna non esistono questi faccia a faccia da ormai 5 anni. Comunque non sono stati utilizzati molto. I leader politici in Spagna vengono chiamati nelle tv, ma singolarmente. Un intervistatore, di solito un giornalista specializzato in politica, è chiamato a fargli le domande. Il dibattito politico in Italia mi è sembrato molto pesante, anche nelle modalità di pubblicizzare i vari incontri da parte di giornalisti e media”.

 

Che ne pensa l’opinione pubblica spagnola del “fenomeno Berlusconi”? Che si dice invece di Prodi?

“Berlusconi è una persona che sa bene come gestire le proprie imprese. Ha saputo fare una buona campagna di marketing per convincere i cittadini a votarlo. E’ assurdo che abbia creato delle leggi apposta per lui per scappare dalle indagini che lo riguardavano. Questa cosa fa un po’ ridere in Spagna. Come è assurdo il fatto che la sua famiglia possieda la maggioranza dei mezzi di comunicazione in Italia. Mi sembra sia una persona che non si sa bene da dove sia uscita: credo non abbia un bagaglio culturale adeguato per confrontarsi con gli altri leader europei. Basta citare alcune vicende che lo hanno visto protagonista, come nella gaffe con Schulz.

 

Prodi in Spagna è invece conosciuto solo in quanto leader dell’opposizione, ma non come vero protagonista della scena politica italiana”.

Andrea Deioma

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