Dopo la pioggia di lapilli e cenere, a Catania si sono percepiti gli effetti di un’altra eruzione. L’esplosione non proveniva in questo caso dall’Etna ma dallo spogliatoio del Palermo allo stadio Massimino e ha prodotto una lava visibile sotto forma di gioia ed euforia per la vittoria nel derby. Al termine del match i giocatori rosanero hanno sfruttato le risorse della comunicazione 2.0 per manifestare il proprio stato d’animo sui social, arena virtuale che ha permesso anche ad alcuni ex come Carrozzieri, Martinelli, Sorrentino (che ha salutato i tifosi dalla trasmissione Pressing Serie A di cui è ospite fisso) e Balzaretti di condividere le emozioni per il successo conquistato dalla squadra nella sfida con gli etnei. Un’affermazione che rilancia le ambizioni dei rosa in chiave playoff ma che, al di là della classifica, rappresenta un motivo di orgoglio e soddisfazione proprio per l’unicità e la particolarità di questa partita, speciale da un punto di vista emotivo e la più sentita dalla tifoseria. Significative, in tal senso, le parole pronunciate in mixed zone nel post-gara da Andrea Accardi. Che ha esultato due volte: da giocatore del Palermo, peraltro con la fascia di capitano al braccio, e da palermitano nonché tifoso rosanero doc.
«Vincere un derby, a Catania, è un sogno che si avvera – ha confessato il difensore che in seguito su Instagram con la scritta Padroni della Sicilia ha voluto esibire lo scettro del potere che il verdetto del campo ha consegnato agli uomini di Filippi – ammetto che, anche se in questi giorni ho provato a non pensarci, ho sentito parecchio questa gara e alla fine è andata esattamente come speravo. Abbiamo dimostrato di essere un gruppo molto coeso e che sa essere squadra anche nella sofferenza. Cosa abbiamo fatto nello spogliatoio? Abbiamo festeggiato come se avessimo vinto una finale». «Monumentali» è l’aggettivo che il tecnico Filippi, all’esordio in panchina da allenatore titolare, ha usato per congratularsi con i suoi giocatori facendo riferimento soprattutto alla situazione di inferiorità numerica con cui il Palermo ha dovuto fare i conti dal 35’ del primo tempo per l’espulsione di Marconi il quale, dopo il cartellino rosso, si è unito in tribuna ai rosanero squalificati o indisponibili per infortunio (mancava solo Kanouté rimasto a Palermo a guardare la gara in tv) che hanno voluto raggiungere i compagni per vivere live e ‘a stretto contatto’ il pathos di una partita diversa dalle altre.
«Sicilia è rosanero» ha postato l’ex di turno Odjer, Martin ne ha approfittato per prendere ancora più confidenza con il dialetto formulando in palermitano la domanda retorica «E chi dorme questa sera?», Saraniti ha definito «devastante» un successo del genere, peraltro in dieci, a Catania. Doda, invece, ha pubblicato una foto che lo ritrae al fianco dell’eroe di giornata, Mario Alberto Santana, match-winner celebrato anche dall’ex vicepresidente Tony Di Piazza («Santana evergreen, eroe di Palermo») e al quale, con una foto al suo fianco, hanno dedicato i loro interventi social anche i portieri Pelagotti e Fallani. Lotta sul terreno di gioco e condivisione sui social. Il derby rosanero, per il quale i giocatori hanno ricevuto prima del match un video speciale con i messaggi di incoraggiamento inviati dai propri familiari, non è terminato al novantesimo ed è proseguito nello spogliatoio, territorio in cui la squadra ha piantato la propria bandiera esultando per la vittoria con una foto di gruppo (simile a quella che ha postato Floriano in campo) e cori intonati ad hoc in relazione ovviamente al campanile e alla storica rivalità tra le due squadre. E la eco del successo nel derby, a cui ha assistito in tribuna anche il presidente Dario Mirri, si è sentita nella notte pure a Palermo nel momento in cui il pullman della squadra diretto allo stadio è stato accolto in viale Regione Siciliana da fumogeni e fuochi di artificio.
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