Il Csm snobba Di Matteo, ma “il sostegno della gente è più importante di certi silenzi”

“Ringrazio le associazioni antimafia, i cittadini e i giovani che sono scesi in piazza. E’ molto  importante il sostegno che in questi mesi abbiamo ricevuto da gente comune che evidentemente ha solo sete di verità. Il loro sostegno, il loro impegno e la loro passione sono più importanti di certi silenzi, sono per noi lo stimolo migliore e piu’ autentico per cercare di andare avanti”. Parole di Nino Di Matteo, che oggi pomeriggio a Palermo, si è rivolto così al corteo che da Piazza Politeama ha sfilato fino al Palazzo di Giustizia per esprimergli solidarietà.

I silenzi, cui si riferisce, sono ormai tristemente noti. Sono quelli delle massime istituzioni dello Stato che non sono andati oltre qualche generica e gelida dichiarazione in sostegno del magistrato minacciato di morte dal boss Totò Riina. Un silenzio, definito “agghiacciante” da Salvatore Borsellino, leader di Agende Rosse e fratello di Paolo.

Manifestazioni di solidarietà a Di Matteo si sono svolte pure a Napoli e a Milano. Ma la giornata è stata segnata dalla polemica relativa alla visita di una delegazione del Csm a Palermo. Parliamo dell’istituzione che, in teoria, dovrebbe essere più interessata alle sorti del magistrato.

Gli inviati del Csm  non hanno incontrato né di  Matteo né Francesco Del Bene, Vittorio Teresi e Roberto Tartaglia, che con lui sono titolari dell’inchiesta sulla Trattativa Stato-mafia. Solo i capi degli uffici giudiziari.

Le spiegazioni fornite lasciano un po’ perplessi. Da Palazzo dei Marescialli fanno sapere che non hanno organizzato loro i dettagli della trasferta e che comunque “in seduta pubblica, alla presenza della stampa la delegazione ha incontrato la giunta distrettuale dell’Anm e i magistrati intervenuti”.

Da rimanere allibiti: se abbiamo capito bene, dovevano essere i pm ad andare da loro e pure davanti alla stampa. Mah…

“Non ho ricevuto alcuna convocazione da parte del Csm, a stento sapevamo che la delegazione aveva incontrato i vertici giudiziari, poi mi hanno detto di una convocazione ufficiosa, ma non sono stato chiamato”, ha  detto Teresi, che e’ uscito dal tribunale per un saluto al corteo “questa e’ una manifestazione  di solidarieta’ e vicinanza che viene dal cuore e non e’ una passerella”.

“Siamo molto amareggiati, non  ci aspettavamo che il Csm venisse a Palermo per esprimere solidarieta’ ai magistrati minacciati e non ci incontrasse… Non ho ricevuto  nessuna comunicaizone dell’incontro, come gli altri”  ha detto  all’Adnkronos  Francesco Del  Bene.

Di Matteo si limita a dire che non è stupito: “”Nella delibera del Csm non era previsto un incontro nè qualcuno ci ha chiesto d’incontrarci. E non ne sono sorpreso”.

Mentre un altro ex collega, rilancia l’allarme del pericolo di nuove stragi. E’ il leader di Azione Civile, Antonio Ingroia, che ha partecipato alla manifestazione. “Il pericolo – spiega l’ex magistrato – c’e’ sempre, specialmente nei momenti di grande fibrillazione, di tensione e di instabilita’ politica come e’ questo”. “Io non penso che il pericolo numero uno sia Toto’ Riina ma la mafia dei colletti bianchi, i mandanti esterni delle stragi rimasti finora impuniti perché protetti dalla politica”.

Minacce a Di Matteo, Salvatore Borsellino: “Agghiacciante il silenzio dello Stato, lo isolano”. E sulla divulgazione della notizia…

 

 

Redazione

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