Riflettori accesi sul fallimento della Pubbliservizi da parte del Consiglio Comunale di Catania. A sollecitare, con una richiesta, la convocazione del civico consesso catanese per affrontare la vicenda, è stato il consigliere Graziano Bonaccorsi del Movimento 5 Stelle. La sua proposta è stata subito sposata da diversi colleghi sia delle opposizioni che della maggioranza. In Aula presenti anche alcuni lavoratori che rischiano di rimanere senza un’occupazione. La liquidazione della società, partecipata dalla Città metropolitana (ex Provincia) dopo un periodo di amministrazione straordinaria, rischia di segnare un dramma sociale e occupazionale nel territorio. Ad essere interessati, infatti, sono oltre 300 dipendenti. Unanime l’intento delle richieste, avanzate al commissario Federico Portoghese, ma molteplici sono state le sfumature che hanno rimarcato le differenze. «Non possiamo fare finta di non vedere le ricadute – ha detto Luca Sangiorgio di Fratelli d’Italia – sociali ma queste sono le dimostrazioni che la politica ha un costo. Ricordiamo tutti quelli che dicevano che le province non servivano. Se ci fosse stata un’amministrazione politica alla Provincia di Catania, forse quanto è accaduto non sarebbe successo. L’ultimo Consiglio di Amministrazione non c’entra nulla».
Ma l’appello alla responsabilità, soprattutto verso i lavoratori, è stato ribadito anche da Salvo Di Salvo in quota Movimento per l’Autonomia: «Occorre trovare il nesso di responsabilità per chi cerca solo tranquillità». Per questo l’invito ad adottare ogni misura necessaria e utile alla salvaguardia della società ma soprattutto di proporre reclamo il cui termine scade il 14 dicembre. In modo particolare si chiede di aumentare «senza apporre condizioni l’apporto economico a disposizione del concordato da €. 5.000.000,00 a 5.500.000,00 indicando tempi e modalità di avveramento» e di «prorogare l’attuale contratto di servizio per l’anno 2023, così da garantire sia l’equilibrio economico-finanziario della società e sia gli importi necessari per i dovuti investimenti aziendali, o provvedere alla sottoscrizione di un nuovo contratto di servizio che preveda le medesime condizioni».
Situazione complessa in parte ricostruita dalla consigliera Paola Parisi della lista “In campo con Pogliese” che ha invocato giustizia: «Non mi importa chi ha preso di più e chi di meno. Mi auguro che la Procura faccia chiarezza. I commissari avrebbero dovuto ristrutturare l’azienda e invece ne hanno aumentato il debito». Ad aggiungere interrogativi la pentastellata Lidia Adorno: «I lavoratori saranno mandati a casa o rientreranno in un bacino prefettizio? Sono già state bandite delle gare per l’affidamento dei servizi?» Richiami evidenti che hanno ricevuto una pronta risposta da parte dello stesso commissario Portoghese, presente all’interno della sala consiliare di palazzo degli Elefanti. «Non mi sono mai sottratto – ha dichiarato Portoghese – al confronto con i lavoratori. Ho preso la questione il nove febbraio e ho dovuto subito allineare i documenti. Erano tutti sbagliati anche quelli fatti dal sindaco Pogliese. Le proposte emerse durante il percorso non erano in sintonia tra Ministero per lo Sviluppo Economico e Consiglio di Amministrazione anche perché non sono mai stati forniti i dati reali». Una rassicurazione ha provato a lanciarla ai dipendenti della Pubbliservizi. «I lavori – prosegue – sono tutelati dalla clausola sociale» che prevede il loro reimpiego nelle imprese che subentreranno nell’espletamento dei medesimi servizi. Ma la matassa rimane aggrovigliata dato che non sono stati fatti i calcoli sul personale che va in quiescenza. «Io sono un commissario – chiosa – non sono un politico. Vi invito a rileggere tutti gli atti. Non bisogna fare pubblicità. In passato non hanno saputo presentare i documenti».
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