«Saranno due puntate spettacolari, come sempre. Anzi, ancora di più, perché mi succederà una cosa nuova». Parola di Catarella, nella vita Angelo Russo. Nelle due nuove puntate del Commissario Montalbano, La giostra degli scambi e Amore, in onda stasera e lunedì 19 febbraio su Rai 1, l’attore ragusano continuerà a essere spalla fedele di Luca Zingaretti. Ma stavolta il suo ruolo sarà ancora più centrale: «Mi dimetterò», anticipa. Come? Quando? Per quanto tempo? «Non posso aggiungere altro, guardate e capirete». Montalbano senza lo storico agente di stanza nella guardiola del commissariato di Vigata? I fan possono stare tranquilli, Catarella tornerà al suo posto.
Questo almeno ce lo garantisce?
«Sì, ci saranno le mie dimissioni ma per poco tempo».
Dove sono state girate le due nuove puntate?
«Negli splendidi posti di sempre, e nuovamente alla Valle dei Templi di Agrigento. Ma una scena anche nella casa natale di Pirandello».
La maggior parte degli italiani la identificano ormai come Catarella, ma lei è anche attore teatrale. Le dà fastidio essere associato a un unico personaggio?
«No, assolutamente. La popolarità mi fa piacere, è un personaggio creato dalla penna di un grande come Camilleri. Mi piace pensare che è un po’ come per Alvaro Vitali che viene identificato con Pierino. E condivido quello che disse lui: anche quando morirò, rimarrò nella storia».
Ci racconta come è stato scelto per il ruolo di Catarella?
«Sono passati 20 anni. Partecipai a un provino a Ragusa, nella sede di un’emittente privata. Cercavano due figure per la nuova fiction del Commissario Montalbano: uno era un agente di custodia cautelare che sarebbe comparso soltanto in una puntata; l’altro ruolo era quello di Catarella. Sono stato scelto per il secondo ed eccomi ancora qui. Certo, ho avuto un po’ di fortuna, ma me la sono anche giocata bene».
In che senso?
«Mi chiesero se avessi letto i libri di Camilleri. Io risposi che li conoscevo tutti, ma in realtà non ne avevo letto neanche uno».
Poi ha avuto modo di recuperare…
«Certo, adesso me li manda la Rai appena vengono pubblicati».
Come seppe di quel provino, 20 anni fa?
«Fu una sfida tra amici. Giambattista David, ragusano come me e che ora fa teatro con Enrico Guarneri, mi diceva: “Io faccio l’attore, tu invece non fai nulla”. Io gli dissi di chiamarmi al primo provino che sarebbe andato a fare. E così è stato: quel giorno presero me e non lui. E ancora adesso mi ripete che se avesse saputo, non mi avrebbe chiamato».
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