Dopo il collegio dei Gesuiti, il palazzo Ursino Recupero e una scuola abbandonata a Picanello, il collettivo Aleph occupa un altro immobile pubblico, di proprietà dell’Azienda sanitaria provinciale, in via Montevergine. In una delle strette vie a metà strada tra il monastero dei Benedettini e viale Cerami, sede di Giurisprudenza.
«Abbiamo deciso di recuperare l’ennesimo immobile abbandonato della città – comunicano dal collettivo – a pochi metri da quello che meno di un anno fa, era stato il Centro sociale occupato Liotru di via Gallo. La proprietà, non è certo di un ente estraneo alla cattiva gestione». Il riferimento è appunto all’Asp, colpevole, secondo l’Aleph di «incarichi conferiti per milioni di euro malgrado viga un fermo divieto di assunzioni, denaro a fiumi che anziché destinarsi ad incrementare il budget delle prestazioni pubbliche per i cittadini foraggia la peggiore clientela, sottomissione di professionisti spesso di grande valore allumiliazione dei contratti cosiddetti co.co.co così da tenerli sempre sotto la spada di Damocle del mancato rinnovo ed averli a disposizione per le varie campagne elettorali».
A febbraio gli occupanti avevano acceso l’attenzione su un altro immobile che ricade sempre nel quartiere Antico Corso: il palazzo di via Gallo che fu la residenza del barone Antonio Ursino Recupero. «Catania offre esempi di sprechi e mala gestione delle risorse a disposizione», precisano.
L’immobile di via Montevergine, una casa a piano terra, vuole essere per il collettivo «un luogo di rinascita, aggregazione e lotta che parte dal basso». Per raggiungere è prevista la pulizia dei locali, assemblee, doposcuola, uno sportello sui problemi per la casa, pranzi e aperitivi sociali.
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