È stato un 2015 intenso e da ricordare per l’amministrazione e il Consiglio comunale di Palermo, con decisioni che hanno fatto scalpore e suscitato aspri dibattiti, e che comunque avranno un impatto sulla vita dei palermitani. Dal botto finale del tram e della «nuova» Amat ai tanto attesi regolamenti su movida e pubblicità, dal riconoscimento dell’Unesco all’organizzazione di Manifesta 2018 (la più importante biennale di arte contemporanea europea) fino alle pedonalizzazioni. E poi le partecipate, i cantieri delle altre grandi opere (e le liti con la Tecnis), lo schema di massima del nuovo piano regolatore, la piantumazione di cinquemila alberi, i nuovi autovelox in viale Regione Siciliana. C’è stato tutto questo dentro dodici mesi a dir poco frenetici.
I due eventi di spicco sono stati sicuramente il riconoscimento da parte dell’Unesco dell’itinerario arabo-normanno quale patrimonio dell’umanità (insieme a Cefalù e Monreale) e il via libera al contratto di servizio dell’Amat che ha significato la riorganizzazione delle linee dei bus ma soprattutto l’avvio del tram. Due eventi che da soli hanno sconvolto la mobilità cittadina. Nel primo caso, infatti, per convincere gli ispettori Unesco l’amministrazione ha dovuto chiudere alle auto piazza del Parlamento e riservare una carreggiata di corso Vittorio Emanuele a ciclisti e pedoni, mentre corso Alberto Amedeo è diventata a doppio senso di circolazione. Nel frattempo la zona a traffico limitato di via Maqueda veniva prolungata fino a mezzanotte e tutte le isole pedonali venivano abbellite con panchine, cestini e nuovi arredi. Un’autentica inversione di rotta rispetto al clima arroventato di due anni fa, quando le prime pedonalizzazioni – piazza San Domenico su tutte – avevano scatenato la reazione rabbiosa dei commercianti con cortei e blocchi stradali.
Anche il tram cambierà il modo di muoversi in città: le strade lungo cui corrono i binari sono state riqualificate dalla Sis, sul fiume Oreto c’è il nuovo ponte bimodale di piazza Scaffa e il «sì» finale di Sala delle Lapidi ha scongiurato l’ipotesi di dover pagare all’Ue una pesantissima penale per il mancato avvio dell’opera. Con il tram cambierà anche l’Amat: non ci saranno sovrapposizioni con le linee dei bus e con il nuovo programma di lavoro l’azienda prenderà in consegna le strisce blu aumentate a 1 euro e la nuova, contestatissima Ztl, secondo un cronoprogramma ancora da definire. A proposito di partecipate: hanno chiuso tutte in utile, l’aula ha modificato lo statuto dell’Amap per consentire l’ingresso ai nuovi soci (i Comuni del palermitano orfani di Aps) e ad aprile l’Agenzia delle Entrate ha confermato l’esenzione dell’Iva per la Reset: 5 milioni di risparmio che hanno consentito alla neonata partecipata di farsi carico di tutti gli operai ex Gesip.
Il Consiglio comunale, che ha vissuto l’arresto di Pino Faraone sostituito da Paolo Porzio, ha votato altri atti di peso come il regolamento della movida, anch’esso frutto di infinite discussioni dopo un tira e molla con le associazioni di categoria durato quasi due anni, e quello della pubblicità. Entrambi però sono stati rispediti agli uffici e dovranno essere completati in aula nel 2016.
Non c’è solo il tram, però. Il sindaco Leoluca Orlando ha promesso che nel 2016 toccherà al passante ferroviario (le prime tre fermate cittadine saranno inaugurate a gennaio), mentre non sono mancate le liti con la Tecnis per i cantieri dell’anello ferroviario: in via Sicilia i residenti hanno protestato contro l’abbattimento degli alberi mentre a novembre il Comune ha revocato l’ordinanza di chiusura al traffico di via Emerico Amari. La cassa integrazione per gli operai dell’impresa catanese dovrebbe finalmente ridare il giusto slancio ai lavori. Tutte le grandi opere finiranno dentro il nuovo piano regolatore, il cui schema di massima è stato presentato a ottobre dalla giunta. E restando nell’ambito della mobilità, viale Regione Siciliana quest’anno è stata resa più sicura con altri quattro autovelox. Un piano regolatore più verde anche grazie ai nuovi parchi (come Villa Turrisi o la conferma di Parco Uditore, in attesa di riabbracciare finalmente parco Cassarà) e ai cinquemila alberi che l’assessorato sta piantando in città.
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