Il ‘caso’ Hollande? Costruito a tavolino perché si oppone alle politiche di austerità

LE MASSONERIE FINANZIARIE CHE OGGI CONTROLLANO L’UNIONE EUROPEA USANO TUTTI I MEZZI PER BLOCCARE CHI TENTA DI OPPORSI AL LORO DISEGNO DI EGEMONIA

Lo scandalo che accompagna le scappatelle del presidente francese, Francois Hollande, non ci convince, specialmente per le voci che si affannano a denunciarlo con insistenza. Il settimanale di gossip francese Closer ha pure pagato un paparazzo per procurare quelle foto, che ha poi pubblicato. Ed è la stessa Valerie Trierweiler, la compagna ufficiale di Francois Holland a porsi l’interrogativo. Assieme ai suoi amici che la accudiscono durante il suo ricovero all’ospedale parigino Pitié Salpetriere si chiede: “Chi potrebbe avere avuto interesse a far uscire allo scoperto la relazione di Hollande con l’attrice Julie Gayet”?

La domanda ce la poniamo pure noi per la ragione che, da che mondo è mondo, una scappatella non la si nega a nessuno. Ne sappiamo qualcosa anche noi nel nostro Paese dove i manifestanti-sostenitori del Family day sono tanto innamorati delle loro famiglie che magari ne hanno più di una a testa. Né quella di Francois Hollande è un’eccezione nel mondo politico e istituzionale francese da che storia è storia.
Noi sulla cagnara allestita attorno all’ultimo amore del presidente francese nutriamo qualche dubbio e non esitiamo ad attribuire all’iniziativa una qualche manovra ispirata al suo personale discredito, specialmente a causa della battaglia che lo stesso presidente Hollande sta conducendo in Europa contro le politiche di austerità e contro i sistemi di pressione da parte delle massonerie finanziarie. Queste, infatti, da tempo sulle scelte delle politiche economiche e monetarie hanno un discreto successo.

A nostro modestissimo parere ha fatto bene Francois Hollande nel corso della conferenza stampa dell’altro ieri ha parlare dei problemi politici che gravano sull’Europa e sulle intenzioni della Francia di sviluppare al suo interno azioni a sostegno dell’occupazione e del lavoro e ad escludre dalla discussione le questioni di carattere privato che lo hanno recentemente investito.
Non va taciuto l’interesse che certa stampa ha nell’alimentare le ragioni dello scandalo, atteso che il Closser dal suo scoop ha ricavato un incremento di vendite del suo settimanale, passato dalle ordinarie 330 mila copie a più dio 550 mila, con un ricavo sonante di oltre 300 mila euro.
Questi sono motivi più che validi per alimentare la discussione sull’argomento e magari arricchirla con dovizia di particolari intimi e inediti, come quello della possibile gravidanza in fase avanzata dell’attrice Juloie Gayet. E allora? Qual è il motivo di scandalo se una giovane donna lega la sua storia d’amore con la nascita di un figlio?

Questo puritanesimo becero procura un riverbero altrettanto becero sulla credibilità politica di uno statista che sta tentando di contenere l’egemonia della tedesca signora Angela Merkel sulle sorti future dell’Europa, magari ispirata più o meno consapevolmente dalle pressioni interessate dal Club Bilderberg.
La nostra non è né una mania, né un’ossessione. Purtroppo, l’esperienza storica ci porta a considerare tutte le eventualità, specie quando queste riescono a determinare situazioni che logica politica vorrebbe andassero in direzione diversa.
Si ripete, con un copione diverso, il disegno che ha già visto protagonista il precedente candidato alla presidenza della Repubblica francese, Dominique Strauss Kahn, arrestato all’aeroporto di New York il 14 maggio 2011, per un mai chiarito episodio di presunta violenza sessuale nei confronti di un’inserviente di colore presso l’hotel Sofitel. A proposito di questo strano episodio i servizi per la sicurezza della Federazione russa, Fsb – per citare una sola circostanza nella quale una voce fuori dal coro ha denunciato il complotto ordito ai danni dei Strauss Kahn – hanno steso sull’episodio un rapporto nel quale si riportava la notizia che il direttore del Fondo monetario internazionale, appunto Dominique Strauss Kahn, aveva scoperto che le riserve d’oro della Federal Reserve, depositate al Bullion Deposituri di Fort Knox, erano scomparse. Incuriosito dal fatto che gli Usa nel maggio 2011 avevano accumulato ritardi nella consegna di decine di tonnellate d’oro al Fondo monetario internazionale, si era recato a New York ed aveva sollevato la questione con i funzionari del governo statunitense ed aveva chiesto un’indagine della Cia, come abbiamo letto sul sito The Huffington Post.

In questo ginepraio di dicerie, vallo a capire dov’è quella veritiera. Adesso Dominique Strauss Kahn fa il banchiere in Lussemburgo dove non hanno tenuto in nessun conto le vicende boccaccesche, vere o presunte, a suo carico, ed hanno invece privilegiato il suo talento bancario, piuttosto che le vicende pruriginose sbandierate in maniera più che interessata a suo carico.

 

 

Riccardo Gueci

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