La bomba è deflagrata alla vigilia dell’ultima partita casalinga del Calcio Catania, giocata domenica 10 novembre contro la Sicula Leonzio. Da un lato la società etnea di Lega Pro, guidata dall’amministratore delegato campano Pietro Lo Monaco, e dall’altro Arturo Magni, uomo simbolo nella gestione della sicurezza delle partite al Massimino. Un connubio professionale, e non solo, che andava avanti da circa 15 anni, già prima dell’arrivo sulla sponda rossazzurra dell’attuale patron Nino Pulvirenti. A interrompere il rapporto, confermando voci che si rincorrevano da tempo, è stata proprio la World Service di Magni che dieci giorni fa, dopo averne dato preavviso, ha ufficializzato l’interruzione del servizio.
I contorni di questa storia non sono del tutto chiari ma al centro della diatriba, questo è certo, ci sono delle questioni economiche pregresse. Il Catania a quanto pare dovrebbe versare alla World Service un po’ di soldi. Indiscrezioni indicano una cifra di almeno 100mila euro, pari a diverse mensilità del contratto annuale. Sul fronte della società calcistica l’unica voce al momento è quella di Pulvirenti con una breve intervista a Telecolor durante l’ultima partita in casa. L’imprenditore ha indicato una cifra, 800mila euro, che World Service fatturerebbe grazie al Catania. «Numeri importanti – li ha definiti l’imprenditore – che possono portare su strade diverse». La somma, tuttavia, potrebbe riferirsi anche agli anni passati comprendendo anche i servizi espletati al centro sportivo Torre del Grifo. Ma cosa succederà adesso? Tra le ipotesi c’è anche la possibilità che le parti possano trovare una sintesi, almeno per quanto riguarda i pagamenti. Evitando così che a mettere la parola fine, chissà quando, sia un giudice. Esclusa, almeno per il momento, la possibilità che gli addetti alla sicurezza di World Service tornino a presidiare ingressi e tribune dello stadio Angelo Massimino.
Il campionato e gli appuntamenti per il Calcio Catania intanto non si fermano e le pettorine degli steward non potranno mancare per il via libera all’apertura dei cancelli. Mercoledì la Sicula Leonzio tornerà nel capoluogo etneo per la Coppa Italia di serie C. Mentre oggi il rettangolo di gioco ospiterà gli azzurrini della nazionale under 21 impegnati contro i pari grado dell’Armenia. Il 10 novembre la prefettura ha comunque concesso il via libera alla partita, nonostante per diverse ore sia filtrata l’ipotesi di un clamoroso rinvio. A indossare la pettorina gialla sono stati poche decine di addetti, con numeri a quanto pare decisamente inferiori rispetto ai circa cento steward che normalmente richiedono le autorità per garantire lo svolgimento delle partite. Per i giornalisti, giusto per citare un caso, l’ingresso è avvenuto in via straordinaria dagli stessi tornelli da cui accedono gli spettatori.
Il Catania intanto prova a correre ai ripari. Dal giorno dopo la rottura con World Service sul sito ufficiale della società è stato pubblicato un annuncio «per la ricerca e la selezione dei nuovi steward». Per la candidatura basterà essere maggiorenni e avere la licenza media. Con la fuoriuscita di Magni, che per il momento non rilascia alcuna dichiarazione, e del suo esperto braccio destro Antonio Russo, cambiano almeno temporaneamente anche i nomi di chi si occuperà della sicurezza. Pietro Lo Monaco è diventato garante mentre a occuparsi dei nuovi addetti sarà Giuseppe Bellantoni, cognato del figlio dell’amministratore delegato. Un nome, il suo, che nell’organigramma del Catania è inserito nell’area commerciale. Bellantoni, inoltre, è stato già legato alla famiglia Lo Monaco sia durante l’esperienza del dirigente campano a Messina, dove ha ricoperto il ruolo di delegato alla sicurezza, che con il figlio di quest’ultimo all’interno della squadra di beach-soccer DomusBet Catania.
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