Il caos Etna approda all’Ars. O meglio, sarà soprattutto il grido d’aiuto degli operatori economici del versante nord della montagna a risuonare fra i corridoi di Palazzo dei Normanni. Domani alle 11 sarà la Commissione Cultura, Formazione e Lavoro, presieduta dal deputato di Italia viva Luca Sammartino, a passare in rassegna oltre sei anni di errori, equivoci, litigi, passaggi a vuoto e intoppi giudiziari.
Davanti ai deputati membri, parleranno l’assessore regionale al Turismo Manlio Messina, la dirigente generale Lucia Di Fatta, i sindaci di Linguaglossa e Castiglione di Sicilia Salvatore Puglisi e Antonio Camarda e pure gli attivisti del Comitato spontaneo Linguaglossa unita per lo sviluppo. Alcuni degli attori clou dell’infinita querelle sulla gestione delle escursioni ai crateri del vulcano Etna. Nei giorni scorsi era stato proprio l’assessore Messina a convocare i sindaci per spingerli a sotterrare l’ascia di guerra. Senza esito.
Puglisi e Camarda, infatti, da mesi non si parlano, oppure lo fanno col contagocce. Mentre però a Piano Provenzana, la stazione turistica linguaglossese sul vulcano, è trascorsa un’altra, deprimente, estate senza gite ai crateri. Il servizio, cioè, che storicamente si svolge lungo la pista per quota 3000 di cui i due Comuni sono proprietari. Le due amministrazioni, dopo il terremoto dell’inchiesta Aetna e l’incagliarsi del project financing da 23 milioni di euro, non riescono a trovare un accordo per far ripartire il trasporto dei turisti anche solo provvisoriamente. A Linguaglossa, da ultimo, avrebbero voluto affidare le escursioni per sei anni, mettendo sul mercato delle licenze che i privati dovrebbe contendersi, ovvero il modello autorizzatorio suggerito dall’Antitrust. Ma, per Castiglione, i sei anni di durata delle autorizzazioni sono troppi e sarebbero, in realtà, un tacito accantonamento del project sponsorizzato da una cordata di imprenditori vicina all’ex presidente del Parco dell’Etna Cettino Bellia.
Una soluzione, dal punto di vista del sindaco Camarda, potrebbe essere quella venuta fuori dall’incontro con Manlio Messina. «Ormai danno i numeri», sintetizza ironicamente qualche osservatore esterno del territorio. L’idea sarebbe infatti di emanare subito un bando per affidare le escursioni per quattro anni più altri due opzionali. Nel caso venisse aggiudicato il project, al quinto o sesto anno le licenze decadrebbero. «È una sintesi delle diverse posizioni in campo – ha scritto sui social Antonio Camarda – e adesso occorre andare avanti, senza arroccarsi nelle proprie posizioni». Si attendono segnali da Linguaglossa, dove la formula approvata da Castiglione suscita pochissimo entusiasmo.
Puglisi, inizialmente fervente sostenitore del project così come il collega Camarda, oggi indica in almeno sei anni di durata la condizione imprescindibile per appaltare le escursioni. Da quest’estate, intanto, da Linguaglossa annunciano il proposito di «fare da soli», pubblicando un bando per le escursioni limitato al proprio territorio di competenza. I continui slittamenti anche su questo, però, lasciano pensare che sullo scontro infinito fra i due Comuni l’ultima parola, che sia di pace o di ulteriore battaglia, resti ancora lontana.
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