Proseguono le cattive notizie in casa Catania. Come se non bastasse la crisi in campionato, culminata nell’improvviso ritorno di Andrea Sottil in panchina per preparare al meglio i playoff, il Tar del Lazio si è pronunciato sul ricorso dei rossazzurri per il mancato ripescaggio in B. Il club etneo chiedeva l’annullamento della decisione del Tribunale federale, assieme a un lauto risarcimento danni. Il tribunale amministrativo, però, ha dichiarato inammissibile la richiesta del Catania.
Scorrendo le motivazioni, la terza sezione del Tar scrive che «il ricorso ed i motivi aggiunti vanno dichiarati inammissibili per mancanza di interesse a ricorrere da parte della società ricorrente». La sentenza, in particolare, sottolinea come l‘interesse a ricorrere, oltre che personale e diretto, debba essere anche «attuale e concreto, tale che, in caso di accoglimento del gravame, il soggetto consegua il vantaggio di vedere rimosso il pregiudizio effettivo derivante dal provvedimento amministrativo».
Così non sarebbe nel caso del Catania: la società incorre infatti in una preclusione che le impedirebbe di partecipare alla procedura di ripescaggio. Il riferimento è al punto D3 del comunicato ufficiale n°54 della Figc, quello che aveva avviato la procedura di ripescaggi in B dopo i fallimenti di Bari, Avellino e Cesena. Il comma D3 disponeva l’esclusione delle «società che hanno subito sanzioni per illecito sportivo e/o per violazioni del divieto di scommesse, scontate nelle stagioni 2016/2017 e 2017/2018»: elemento che riguardava il Catania, sanzionato nel 2016. L’assenza di questo presupposto, quindi, ha reso inammissibile anche la domanda di risarcimento danni.
Il Catania, a questo punto, può ancora giocare un’ultima carta: quella del ricorso al Consiglio di Stato. Sarebbe l’ultimo atto di una vicenda paradossale, cominciata lo scorso luglio e caratterizzata da colpi di scena clamorosi. Il fallimento di Avellino, Bari e Cesena, nell’estate del 2018, aveva liberato tre posti nella B allora a 22. I rossazzurri erano entrati nella graduatoria ripescaggi grazie a una sentenza del Tribunale federale nazionale favorevole al Novara, con cui veniva annullata la regola che vietava il ripescaggio alle squadre che dal 2015 al 2018 avevano subito sanzioni sportive per ritardi nei pagamenti.
La decisione, confermata dalla Corte d’Appello federale, è stata ribaltata dal colpo di mano del commissario Figc Roberto Fabbricini che ha deciso di ridurre il format della serie cadetta a 19 squadre. Il Collegio di Garanzia del Coni, a inizio settembre, ha dichiarato la sua inammissibilità nel giudicare i ricorsi delle squadre in lizza per la B: altro colpo di scena si è avuto col Tar del Lazio che prima ha accolto i ricorsi di Ternana e Pro Vercelli contro la B a 19 (facendo slittare l’avvio di stagione dei rossazzurri), per poi ammettere il contro-ricorso di Federazione e Lega B. Lo scorso 1 ottobre, poi, il Tribunale federale nazionale ha dichiarato la sua incompetenza nel giudicare la legittimità del provvedimento della Figc. Un balletto giuridico che ha contribuito a minare alle fondamenta la credibilità del nostro sistema calcio.
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