Il boom dei Medialab, lo sbarco dei Mille

Quest’anno i corsi Medialab organizzati dalla facoltà di Lingue di Catania hanno riscosso successo e proseliti anche al di fuori delle mura dell’ex Monastero dei Benedettini. E’ infatti in crescita il numero delle domande di iscrizione provenienti da studenti di altre facoltà dell’ateneo e persino di atenei vicini. E ciò ha costretto i coordinatori del Medialab a prevedere delle selezioni per l’accesso ai corsi, molti dei quali si terranno a numero chiuso data la necessità di coinvolgere attivamente tutti i partecipanti.

Dando una prima occhiata alle liste degli aspiranti salta subito all’occhio la predominanza del settore pubblicitario. “L’agenzia pubblicitaria: com’è fatta, come fa”, guidato da Filippo Spataro , che prevedeva 50 iscritti, ha ricevuto 121 richieste. “Atelier di grafica e Grafica Pubblicitaria”, che sarà tenuto dall’architetto Elio Cumitini, ha fatto registrare 40 domande in più rispetto ai posti realmente disponibili. Altro elemento interessante è il crescente interesse nei confronti del mondo cinematografico: “Come si traduce un film” ha visto addirittura 81 domande.

 

In discesa, invece, l’interesse dei futuri “comunicatori internazionali” nei confronti dei corsi di giornalismo. Il calo delle iscrizioni è un sintomo di scoraggiamento? Non è un buon segno per un corso di laurea nel quale l’acquisizione di buone capacità di scrittura  dovrebbe essere un obiettivo primario.

A questo punto sorge spontanea una domanda: in base a quali criteri verranno selezionati i partecipanti ai laboratori?

 

Risponde Enzo Ierna, responsabile della segreteria didattica. I parametri saranno, primo tra tutti, il “bisogno di crediti” da parte degli aspiranti partecipanti. Superata questa prima scrematura si passerà al criterio dell’ordine di prenotazione, e soltanto nel caso in cui i primi due criteri non fossero sufficienti verrà valutato il grado di motivazione e le effettive attitudini per il laboratorio che si intende seguire. Ovviamente chi non dovesse avere la fortuna di partecipare al laboratorio di prima scelta verrà dirottato verso altri laboratori. Niente panico quindi.

 

Un’altra cosa da definire è la validità dell’accreditamento dei medialab per gli studenti di altre facoltà che hanno fatto richiesta di partecipare. C’è da sperare che lo spirito di collaborazione tra corsi di laurea appartenenti a facoltà diverse, ma appartenenti alla stessa classe di laurea in scienze della comunicazione, consenta un reciproco scambio.

 

Una cosa però è certa: l’obiettivo principale dei corsi Medialab, cioè mettere in pratica ciò che si studia, è percepito sempre più come una necessità. Il successo del Medialab può dunque essere interpretato come una valvola di sfogo, in un ateneo che – soprattutto nei nuovi corsi di comunicazione – continua ad arrancare.

 

 

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Carmelo Greco

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