Uno striscione per ribadire il diritto allo studio e il proprio no al nuovo calcolo Isee che «penalizza solo gli studenti siciliani». La protesta è scattata ieri pomeriggio durate un dibattito previsto nella sala della residenza universitaria San Saverio dell’Ente regionale, in via G. Di Cristina, a Palermo. Al centro del dibattito, al quale era prevista la presenza, tra gli altri, dell’assessore regionale all’Economia e all’Istruzione e dei rettori delle università siciliane pubbliche e private, proprio i temi tanto contestati dai ragazzi in questi giorni: il diritto allo studio e i nuovi parametri per il calcolo Isee.
Così, in occasione della “Notte Bianca” degli Ersu, ieri alle 19,30 ecco il blitz degli studenti che in pochi minuti sono saliti sul palo e hanno mostrato lo striscione con la scritta «Basta chiacchiere sul nostro futuro». Per i ragazzi quella di ieri è stata solo l’ennesima «passerella organizzata ad arte nella vetrina dell’Ersu di Palermo che, non è uno scherzo, si è riunita proprio per parlare di diritto allo studio – ha detto Federico Guzzo, uno degli studenti -. Finalmente abbiamo avuto l’occasione di dire in faccia a chi amministra la nostra vita universitaria tutto ciò che, a causa loro, ci manca: il diritto allo studio, che ci viene negato ogni giorno di più dall’assenza di servizi, alloggi, cattiva erogazione delle borse di studio, e l’ennesima beffa del nuovo calcolo Isee».
I ragazzi puntano il dito contro i nuovi criteri utilizzati per l’elaborazione del calcolo Isee imposti dal governo Renzi nel decreto Salva Italia che rende sistematicamente i redditi più alti nonostante nella pratica essi rimangano invariati. I nuovi parametri, infatti, prevedono che nel calcolo del reddito vengano considerati come ricchezza beni mobili e immobili, agevolazioni fiscali, qualunque tipo di indennità ricevuta nel passato, welfare in generale, e mette in difficoltà soprattutto chi a causa delle proprie condizioni economiche vorrebbe e dovrebbe beneficiare delle agevolazioni come borse di studio e alloggi.
«Chiediamo una volta per tutte ai presidenti degli Ersu – ha proseguito – all’assessore all’Istruzione Marziano, all’assessore all’Economia Baccei e a tutti i presenti di non chiudere gli occhi di fronte alla situazione disastrosa in cui versa il mondo della formazione accademica siciliana. Non basta rifugiarsi nei palazzi del potere e continuare a tagliare qua e là nella speranza che la situazione prenda una giusta piega da sé. Noi studenti – ha concesso – non metteremo fine alla nostra battaglia finchè non riceveremo risposte concrete».
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