All’ingresso si legge «Benvenuti a casa nostra». Poche parole ma significative. La casa in questione è il nuovo centro diurno per disabili psichici e autistici finanziato con fondi regionali
dell’Assessorato alle Politiche sociali, che da oggi aprirà i battenti in un bene confiscato alla mafia a Castellammare del Golfo.
«Per noi rappresenta molto, un obiettivo raggiunto dopo tanti anni di richieste e sacrifici – spiega a Meridionews Giuseppe Caleca, presidente dell’associazione Sos Autismo che gestirà il bene per 15 anni – All’interno verrà favorito un percorso di inserimento lavorativo per questi ragazzi che altrimenti non avrebbero altre possibilità, imparando un mestiere e coltivando passioni». Le attività verranno svolte grazie alle convenzioni con istituti scolastici, il Corpo Forestale dello Stato e diverse associazioni locali. «Il nostro – continua Caleca – sarà il primo centro diurno in provincia di Trapani aperto tutti i giorni e coprirà l’intero distretto sanitario che comprende Alcamo, Castellammare e Calatafimi». In cantiere c’è l’apertura di un’altra struttura simile a Trapani. «L’obiettivo è garantire un futuro a questi ragazzi, il cosiddetto Dopo di noi, che è anche il nome del nostro progetto».
La legge sul Dopo di noi, approvata il 14 giugno 2016, prevede disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno famigliare. «Rappresenta una vera conquista di civiltà per il nostro Paese – sottolinea – soprattutto per le famiglie. Il nostro obiettivo è alleggerire il carico familiare nelle ore diurne e stimolare le capacità di chi ha perso o è prossimo a perdere i riferimenti familiari».
Un lavoro sinergico tra enti Locali e associazioni di volontariato ha permesso di restituire alla collettività un bene confiscato all’ingegnere Salvatore Palazzolo, ritenuto in affari con la mafia nelle speculazioni edilizie negli anni ’80. L’immobile, confiscato prima di essere ultimato, era rimasto un rudere, stessa sorte toccata a un secondo immobile adiacente, anch’esso confiscato e dal 2013 diventato un centro di aggregazione giovanile gestito dall’associazione Castello Libero Onlus in partnership con Libera e gli scout. Quella nei confronti di Palazzolo è stata una delle prime confische nel territorio trapanese, in seguito all’approvazione della legge Rognoni-La Torre del 1982. I due immobili però vennero assegnati al Comune soltanto nel 2010.
Nella struttura lavoreranno figure professionali – operatori socio assistenziali, psichiatri, infermieri – e semplici volontari, ma soprattutto un ruolo fondamentale sarà svolto dalle famiglie. «Quando i ragazzi escono dal circuito scolastico si rischia l’isolamento. – spiega Mariella Marraccino, volontaria intenta negli ultimi preparativi prima dell’apertura – Stiamo arredando la struttura in sinergia con i ragazzi e le famiglie, per farli sentire realmente a casa loro. In questi giorni sono si sono divertiti a piantare alberi di carrube, piante e fiori. Sentiamo tutti l’aria di casa».
Gli ospiti del centro avranno la possibilità di cucinare, di svolgere laboratori di musica, teatro, giardinaggio. Partiranno subito con un progetto ortoterapia e teatroterapia, ed è in cantiere anche la pet therapy. «Questa è vita, non sopravvivenza. Qui ognuno potrà coltivare le proprie passioni, in famiglia, in armonia e soprattutto in totale autonomia».
In cucina si preparano i biscotti, in giardino si sistemano le piante di rosmarino, il roseto, le ginestre e il mirto. «Noi insegnanti siamo più emozionate di loro – ammette Franca Barone che si occupa del laboratorio teatrale – Stiamo preparando anche piccolo spettacolo in memoria della strage di Capaci». Il centro infatti prenderà il nome della magistrata Francesca Morvillo.
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