Sarebbe stato un infarto a causare la morte di Giuseppe Ciancitto, 78 anni, postino in pensione e per il cui decesso è finita nel carcere di piazza Lanza la figlia 38enne dell’uomo, Loredana, accusata di omicidio preterintenzionale. Ad affermarlo il legale della donna, l’avvocato Massimo Corsaro: «Dall’autopsia sarebbe emerso che il padre della mia assistita sarebbe morto per un infarto. L’ho comunicato stamattina alla signora Loredana, molto provata. La mia assistita voleva contattare la madre o qualche altro familiare. Tra un mese comunque avremmo modo di conoscere dettagliatamente l’esito dell’esame autoptico». A eseguire l’autopsia il medico legale Giuseppe Ragazzi: l’esame è stato effettuato nel pomeriggio di ieri nell’obitorio dell’ospedale Cannizzaro, dove la salma era stata portata venerdì scorso, subito dopo i rilievi effettuati dagli uomini della scientifica dei carabinieri all’interno dell’abitazione di via Catanzaro dove ha trovato la morte il 78enne.
D’altronde l’ispezione esterna del cadavere, eseguita nell’immediatezza del fatto, non aveva evidenziato lesioni esterne evidenti, neppure la frattura del cranio. Infatti l’ipotesi maggiormente accreditata, sin dalle prime ore successive al decesso, sarebbe stata proprio quella del malore. La vittima soffriva di cardiopatia. «Valuteremo nelle prossime ore se ricorrere al Tribunale del Riesame», prosegue l’avvocato Corsaro. Da una ricostruzione dei fatti eseguita dai carabinieri della locale compagnia, tra padre e figlia sarebbe scoppiato un battibecco scaturito da dissidi interni al nucleo familiare: la sorella della fermata sarebbe dovuta passare, quel pomeriggio, dalla casa dei genitori. I rapporti tra le due sorelle, da quanto accertato dalle forze dell’ordine, non sarebbero ottimi.
L’indagata non sarebbe stata d’accordo sulla presenza della congiunta in casa, da ciò la diatriba con la vittima che avrebbe spinto il padre, il quale perdendo l’equilibrio, sarebbe caduto sbattendo la testa. Nel momento in cui è avvenuta la tragedia era presente anche la madre della donna. Differente la versione dell’accaduto riferita dall’indagata in sede di interrogatorio di garanzia. La 38enne paternese avrebbe raccontato che la lite sarebbe cominciata con la madre; la vittima sarebbe intervenuta successivamente: anzi sarebbero stati i genitori ad aggredirla e lei si sarebbe poi spostata in un’altra stanza. Il padre è morto in lavanderia, mentre lei ha dichiarato di trovarsi altrove. La salma dovrebbe essere consegnata ai familiari tra non molto e i funerali si svolgeranno venerdì, alle 10.30, nella chiesa di via Indipendenza.
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