Ibiza-Catania, una Odissea da 12 ore di viaggio «Bloccati in aereo senza alcuna informazione»

Dodici ore fermi all’aeroporto di Ibiza e un volo che doveva atterrare a Catania intorno alle 15.30 di giovedì 2 agosto e, invece, è arrivato nel capoluogo etneo alle tre del mattino del 3 agosto. È l’Odissea che racconta a MeridioNews una giovane coppia di trentenni, che l’altro ieri avrebbe dovuto fare ritorno a casa dopo qualche giorno di vacanza trascorso a Formentera. «Abbiamo contattato un avvocato e stiamo cercando di capire se ci sono gli estremi per chiedere il risarcimento – spiegano – Non ci è stato dato alcun tipo di assistenza e, per tutta la giornata, non ci è stata data nessuna informazione sullo stato del nostro volo». La loro giornata comincia giovedì mattina, alle 10, quando arrivano all’aeroporto di Ibiza. Avrebbero dovuto prendere il volo Air Horizont delle 12.15 che, dopo un breve scalo a Palma di Maiorca, li avrebbe riportati all’ombra dell’Etna.

«Era un volo charter del tour operator Francorosso (gruppo Alpitour, ndr) – racconta una dei due passeggeri – Il volo sarebbe dovuto partire alle 9 da Catania, sarebbe arrivato a Ibiza alle 11.30 e poi, dopo il rifornimento, sarebbe dovuto ripartire con noi e gli altri passeggeri a bordo. Avrebbe poi fatto scalo a Palma, dove alcuni passeggeri sarebbero scesi e altri sarebbero saliti per tornare in Sicilia». Un percorso abbastanza lineare, e anche rapido considerando che da Ibiza a Palma erano previsti giusto venti minuti di volo e più o meno altrettanti per sbarcare e imbarcare i passeggeri. «Ma quando siamo arrivati al check-in, con due ore di anticipo per essere sicuri, ci è stato comunicato un primo ritardo di circa un’ora». Un piccolo inconveniente, per via del quale decidono di rimanere all’interno dell’aerostazione ad attendere l’orario di partenza.

«In realtà, però, più o meno ogni ora il nostro tabellone si aggiornava e veniva aggiunto un ritardo di mezz’ora». Così i due cominciano a incrociare i dati con quelli disponibili online sul sito dell’aeroporto di Catania. E si accorgono che, almeno stando agli aggiornamenti sul web, il volo non subiva variazioni: l’imbarco non cominciava e l’aereo restava fermo. «Verso mezzogiorno ci viene comunicato dalla compagnia che avevamo diritto a un buono pasto di dieci euro per il pranzo, ma non ci danno nessun’altra informazione. Quello è stato l’unico contatto che abbiamo avuto con l’assistenza a terra». Il clima tra i passeggeri si surriscalda. In attesa di partire ci sono famiglie con bambini e persone che sarebbero dovute rientrare a lavoro o avevano fissato appuntamenti già per il tardo pomeriggio.

«Poco dopo, sul sito dell’aeroporto di Catania appare una novità: si dice che iniziano le operazioni di imbarco del nostro volo e che l’arrivo previsto a Ibiza è per le 16.30. A un certo punto, però, anche questo spiraglio di speranza si spegne». Perché le informazioni si fermano e di quell’aereo si smettono di avere notizie. «Abbiamo contattato l’agenzia di viaggi, si sono informati anche loro e ci hanno spiegato che forse l’aereo aveva avuto un guasto all’aria condizionata, cosa che ne impediva la partenza». Il guasto tecnico viene confermato ore dopo, cioè alle 19.20, quando l’aeromobile finalmente decolla da Fontanarossa per arrivare a Ibiza intorno alle 21. Da lì, riparte alle 22.20 alla volta di Palma di Maiorca.

«L’Odissea è lungi dal finire: rimaniamo fermi sulla pista per un’ora e mezza. Il comandante ci chiede di spegnere i cellulari e ci invita a stare seduti perché era in corso il rifornimento. Nel frattempo i passeggeri a terra non vengono fatti salire, senza alcuna spiegazione, e alcuni di loro minacciano di chiamare la polizia. Quando anche loro sono risaliti, ormai la tensione era palpabile: chi è salito a Palma chiedeva chiarimenti a noi, noi li chiedevamo a loro, le hostess non sapevano che dirci. Qualcuno piangeva, altri erano terrorizzati». L’atterraggio a Catania avviene alle 3.05. «E il pilota, a quel punto, si scusa per il ritardo dovuto al mancato ok arrivato dalla torre di controllo di Roma nella mattinata». Una ulteriore versione fornita ai passeggeri che, fino a quel momento, non ne avevano avuta nessuna di ufficiale. «Per noi, però – dice la coppia – Non è finita qui. Siamo stati fortunati perché la nostra vacanza era appena finita. Ma il disagio lo abbiamo vissuto tutti. Vedremo cosa dice il nostro avvocato».

Luisa Santangelo

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