I tre ‘pupari’ delle primarie rococò

Chiuse le primarie, finite con il volo degli stracci, sarebbe il caso che i veri protagonisti di queste elezioni primarie del centrosinistra tormentate e tutt’altro che cristalline dicano qualcosa. La prima protagonista ha già detto quello che doveva dire. Il riferimento è a Rita Borsellino che, davanti al fango che viene fuori, ha messo tutto nelle mani dei garanti. In questa vicenda ci sono altri tre protagonisti che dovrebbero avere il coraggio di parlare. Per dire come stanno le cose. Sono i ‘pupari’ della ‘vittoria’ alle primarie. Sono il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, il capogruppo all’Ars del Pd, Antonello Cracolici, e il parlamentare nazionale dello stesso Pd, Giuseppe Lumia.
Questi tre personaggi dovrebbero raccontare la verità, senza infingimenti e senza ipocrisie. Ci rendiamo conto che, in questi casi, indossare i panni dei farisei è più comodo. Magari mandando avanti – nel caso di Lombardo – il leguleio di turno, pronto a dire – come ha fatto ieri Ciccio Musotto – che l’Mpa non ha fatto votare per Fabrizio Ferrandelli e bla bla bla.
Basta negare l’evidenza. Stop ai ‘pupari’. Invece di trincersari dietro silenzi e bugie, i tre dovrebbero dire ciò che hanno fatto. Rita Borsellino? Il suo cognome? La sua storia? Non ce ne frega nulla. Noi, sin dal primo momento abbiamo difeso i nostri accordi di potere alla Regione. I nostri affari. Ne abbiamo il diritto. Questo è il nostro modo di fare politica. Abbiamo pure cercato di farla ragionare, questa benedetta signora che blatera di legalità. Appoggiaci, le abbiamo detto. Al limite, non ci disturbare e noi ti facciamo fare il sindaco di Palermo. Ma se ti metti contro di noi, sappi che noi prendiamo il primo Ferrandelli che passa e lo facciamo Cardinale. Noi abbiamo soldi, potere, ‘entrature’. Arriviamo ovunque. Anche allo Zen, filosofico e pratico. Ma lei, testarda, è andata vanti per la sua strada. Che vuole, ora?
Onorevole Lombardo, onorevole Cracolci, onorevole Lumia: perché continuate a fare i farisei? Basta. Dite le cose per come stanno. Da voi vogliamo sentire il seguente ragionamento: signori, lo capite o no che la signora Borsellino, se eletta sindaco di Palermo, ci avrebbe incasinato il già incasinatissimo governo regionale? Fino a quando l’antimafia la facciamo noi, con Massimo Russo e Caterina Chinnici che reggono le alabarde della legalità senza esagerazioni, bene. Ma non possiamo tollerare, con il Pd al governo, che Rita Borsellino ci faccia l’antimafia da sinistra! Noi dobbiano ‘pilotare’ le nostre assunzioni nella sanità, dobbiamo fare ripartire la formazione professionale con i nostri enti, sennò chi li sente Francantonio Genovese e Nino Papania? Dobbiamo farci dare i soldi da Roma per foraggiare le nostre tabelle acca, dobbiamo realizzare il centro direzionale a Palermo con due nuovi raccordi autostradali e tanti begli appalti per gli amici. E tanto cemento. E tanti professionisti che lavorerano con ‘noi’: ci capiamo, no? Ecco, noi dobbiamo fare questo e altro dicendo di essere di ‘sinistra’ e facendo l’antimafia.
Insomma: perché continuare a mentire? Perché proseguire con il dire e il non dire? Raccontate la verità. Quella vera. Ditelo: noi vogliamo che Palermo venga amministrata come noi amministriamo la Regione. Non vi piace? Non vi sembra troppo di sinistra? Questi siamo: prendere o lasciare. Basta con questa tiritera: annullare le primarie, accettarle, rivederle, aggiustarle, sistemarle, abbellirle, accarezzarle, preservarle, riproporle, falsificarle, inverarle, ammainarle.
Avanti, onorevoli: non vi stiamo chiedendo di svelare tutti gli affari che avete ‘chiuso’ con la sanità, con gli appalti (magari nella stessa sanità), con la ‘privatizzazione’ dei beni culturali, con il Piano di sviluppo rurale: nulla di tutto questo, per carità. Vi chiediamo soltanto di interrompere la commedia degli inganni sulle vicende politiche di Palermo.
Dite quello che volete fare. Avanzate proposte. Concrete, perché voi ‘concreti siete. Ecco, invece di essere concreti sottobanco, scoprite le carte. Dite quello che siete. Tanto, ormai, lo sanno tutti cosa siete. Basta sceneggiate. Raccontateci la Palermo che immaginate. Gli affari, gli appalti. Diteci. Avete in programma qualche Pizzo Sella di seconda mano? Qualche amico da favorire con gli affitti scolastici?
Via, per battere Rita avete fatto le umane e le divine cose. Palermo, per voi, è troppo importante. E un’offerta politica che non potete rifiutare. Basta; prendetevela. La vecchia Palermo, rubiconda e malandrina, vi sta aspettando. Dopo quello che avete combinato domenica, ve la meritate. E’ vostra. Tutta. Come direbbe Sergio Caputo, è lì che vi aspetta, “con le cosce di fuori”.

 

Giulio Ambrosetti

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