Le organizzazioni sindacali hanno chiesto le dimissioni del consiglio di amministrazione di Riscossioni Sicilia spa (ex Serit Sicilia). Alla base di tutto ci sarebbe una “vacanza decisionale”. Siamo al ‘sindacalese’ stretto. Proviamo a va ‘decriptarlo’.
A quanto pare, il consiglio di amministrazione di questa società sulle quale, ovviamente, ha messo le mani il Governo regionale di Raffaele Lombardo, “su argomenti di vitale importanza e di propria competenza – si legge nel comunicato dei sindacati – non è stato in grado di deliberare, rimandando tali decisioni allassemblea degli azionisti”.
Questa, in sintesi, è la posizione delle seguenti sigle sindacali: Dicredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Snalec, Uilca, Ugl, Unità sindacale.
In pratica, i componenti dell’attuale consiglio di amministrazione – o una parte di questi – si ‘chiuderebbero’ le operazioni per conto loro, lasciando a bocca asciutta i dipendenti. La storia va avanti ormai da mesi. I consiglieri – che ormai sono in campagna elettorale – non si occupano affatto dei problemi del personale della società.
I sindacati sono più volte intervenuti, sollecitando ai consiglieri di amministrazione una maggiore attenzione verso coloro i quali, alla fine, portano avanti la ‘barracca’. Ma i consiglieri di amministrazione – alcuni, a quanto si dice con ‘scaglioni’ grandi così, continuano a farsi i fatti loro (la dizione esatta, sotto il profilo linguistico, sarebbe un’altra).
Adesso la situazione è arrivata a un punto di rottura. Il personale è sul piede di guerra. I sindacati – tutti uniti – vogliono conto e ragione. Da qui la richiesta di dimissioni. Che è, poi, una dichiarazione di ‘guerra’. Vedremo come finirà.
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