I Pupi antimafia raccontano Peppino Impastato Nel Bolognese la rassegna Burattinai Resistenti

Una sorta di gemellaggio tra le due resistenze, quella contro il nazifascismo e quella contro Cosa Nostra. Peppino di Cinisi contro la mafia, è lo spettacolo che sarà rappresentato in occasione della Terza edizione della Rassegna Burattinai Resistenti di Anzola dell’Emilia (Bologna) mercoledì prossimo. La Marionettistica Popolare Siciliana rappresenterà il teatro civile e l’impegno sociale in terra emiliana. I Pupi Antimafia di Angelo Sicilia qui saranno i protagonisti del 71esimo anniversario della liberazione.

«Rappresenteremo la nostra Resistenza, quella contro le mafie – dice Angelo Sicilia – in una terra che ha vissuto pagine memorabili per la liberazione dell’Italia. La nostra presenza alla rassegna ideata dall’associazione TeatrIndipendenti di Anzola, vuole rimarcare la presenza e il coraggio dei siciliani nella lotta alla mafia e nel movimento di Liberazione». Un ritorno nella città del Bolognese per Sicilia, che aveva partecipato all’iniziativa già nel 2003. In particolare la figura di Impastato qui è stata scelta «per unire idealmente le due lotte». Inoltre il racconto sul giovane attivista ucciso dalla mafia nel 1978, «è stato Il primo spettacolo dei pupi antimafia che ho scritto nel 2002, durante il forum sociale che si svolgeva a Cinisi a maggio». 

Prima della rappresentazione, alle 18, si terrà un dibattito sui siciliani nella resistenza Testimonianze Partigiane, scritto sempre da Sicilia per Navarra editore. «Sono delle storie che meritano di essere raccontate – continua Sicilia – i fratelli Antonio e Alfredo Di Dio, ad esempio, erano due palermitani che avevano fatto l’accademia militare a Modena e subito dopo l’8 settembre avevano iniziato a combattere contro il fascismo sulle montagne della Valdossola. Scrissero una della pagine più gloriose della resistenza al confine tra il Piemonte e Lombardia». 

Nel libro sono comprese anche tante altre figure. C’è l’eroe della resistenza Calogero Marrone, antifascista di Favara (Agrigento) che ha combattuto a Varese. Una sorta di Schindler siciliano. Senza dimenticare le donne, giovanissime combattenti per la libertà, come le siciliane Eugenia Corsaro, uccisa a Catania, Graziella Giuffrida Salvatrice Benincasa, sempre catanesi, vittime dei nazifascisti a Genova e a Monza. 

Stefania Brusca

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