I pescatori siciliani colpiti e ‘affondati’ dalle armi dei miliziani e (soprattutto) dalle banche

A seguito di una infuocata riunione con gli armatori e i pescatori vittime dei sequestri, il Presidente del Distretto Produttivo della Pesca-Cosvap, Giovanni Tumbiolo (nella foto sotto, a sinistra), allarmato per la situazione, ha scritto una lettera accorata al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ed al Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta.

Caro Presidente,

come a Lei ben noto, i nostri pescherecci sono costantemente aggrediti dai miliziani libici e di altri Paesi, ma quel che è peggio è che, subito dopo l’attacco armato, debbano subire il fuoco incrociato delle banche italiane che, sistematicamente in occasione di questi sequestri, usano armi ancor più devastanti dei kalashnikov e dei cannoni dei miliziani.

Le armi usate dagli Istituti finanziari sono quelle, sofisticate e silenziose, del blocco dei conti correnti, dell’obbligo di immediato rientro dei fidi ed altre ancora che, in simili circostanze, hanno il sapore ripugnante di una vera e propria spietata esecuzione.

Armi improprie, usate senza scrupoli, senza la minima comprensione né considerazione dei problemi e dei danni causati agli armatori, al sistema pesca per via di attività in cui gli operatori del mare sono impotenti, vieppiù indifesi da parte di chi, come lo Stato e l’Unione Europea, dovrebbero invece farsi carico della sicurezza e della loro tutela.

Le pallottole dei miliziani rischiano di colpire, così come è già avvenuto, il pescatore inerme; purtroppo tutto lascia presagire che accadrà ancora, se non si darà rapido corso agli accordi siglati.

Le armi sofisticatissime ma cruente delle banche colpiscono, senza pietà, famiglie, aziende, intere comunità. È quanto succede al sistema pesca siciliano, “centrato” da quello che in gergo militare si chiama «fuoco amico».

Così i nostri armatori, i nostri pescatori, le nostre comunità stanno morendo annientati proprio da coloro che in un paese normale sarebbero i naturali alleati.

C’è dunque, caro Presidente, la necessità di risarcire i nostri pescatori, armatori, le famiglie per i danni di questa assurda guerra; c’è il dovere morale da parte dello Stato, della Regione di creare un fondo speciale per i rischi derivanti dall’uso improprio delle armi, quelle vere e quelle, forse più pericolose e devastanti, in dotazione all’esercito delle banche.

Fiducioso in un Suo autorevole intervento, colga i sensi della più profonda stima e ammirazione.

Cordiali Saluti.

 

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Redazione

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