È arrivata la firma su un protocollo d’intesa tra il Policlinico Rodolico-San Marco e il comitato consultivo aziendale in rappresentanza delle associazioni di pazienti con disabilità. L’obiettivo dell’accordo è far sì che i pazienti con disabilità gravi, non collaboranti, affetti o sospetti da Covid 19 possano essere assistiti da un parente o un operatore.
Il documento fortemente voluto dalle associazioni di volontariato ha trovato terreno fertile all’interno del Policlinico, affinché non si verifichino tragiche situazioni che hanno visto pazienti rimanere da soli. Si pensi alla giovane Valeria, affetta da sindrome di Down, ricoverata al pronto soccorso e poi trasferita in rianimazione, dov’è deceduta senza poter contare della presenza di un familiare.
Sarà il direttore dell’unità operativa che ha in cura il disabile a valutare il caso e autorizzare la procedura. Nelll’eventualità la richiesta venga presa a carico dall’ospedale, l’accompagnatore del paziente sarà segnalato all’Asp, riceverà il tampone e, successivamente, un’apposita formazione sulle norme igieniche e di comportamento per evitare il contagio. Inoltre al familiare sarà garantito un supporto psicologico per aiutare il paziente nella gestione della sofferenza e facilitare la mediazione e il rapporto con la struttura sanitaria.
A sottoscrivere l’accordo sono stati il direttore generale Gaetano Sirna, la direttrice del presidio S. Marco Annarita Mattaliano, il direttore del presidio del Policlinico Paolo Adorno e il presidente del comitato consultivo aziendale Pieremilio Vasta. Soddisfazione da parte del direttore generale Sirna. «La presenza di un familiare al letto può costituire un grosso stimolo – ha dichiarato – Sia per il paziente, che si sentirà meno solo, sia per la struttura che avrà comunque nel parente un alleato nella gestione delle cure».
«Non abbiamo dimenticato la tristissima vicenda di Valeria – afferma Vasta del comitato consultivo – Abbiamo fatto in modo che quanto successo a lei non accada anche ad altri. Ringrazio tutti quanti hanno collaborato alla redazione del percorso assistenziale ed in particolare Salvatore Mirabella presidente dell’associazione Come ginestre Onlus che per primo ha posto l’esigenza».
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