I No Pua chiedono l’annullamento del piano «Illegittimo e contro l’interesse pubblico»

Manca la valutazione ambientale strategica, manca un riscontro del rischio idraulico così come lo studio geologico. Mancano ancora le prescrizioni esecutive e lo studio agricolo forestale, e si prevede la cancellazione di alcune masserie ed edifici storici nella zona della Playa. Per tutti questi motivi il comitato No Pua – che si battono contro il Piano urbanistico attuativo Catania Sud del Comune enteo – e Legambiente hanno inviato al consiglio regionale per l’Urbanistica e all’assessorato regionale Ambiente e Territorio una nota con la quale chiedono «di non approvare la variante e valutare, nell’interesse pubblico, la sussistenza dei presupposti per l’annullamento in autotutela della variante originaria».

Le 27 associazioni catanesi che fanno parte del gruppo No Pua stanno dunque tentando di fermare il provvedimento adottato dal consiglio comunale con delibera del 17 maggio 2013 e confermato con la delibera del 25 novembre. Una lotta annunciata all’indomani del voto in Consiglio a novembre e che adesso si concretizza con l’invio della nota all’assessorato regionale competente e per conoscenza al Comune di Catania e alla soprintendenza ai Beni culturali e ambientali etnea. «Ci sono troppi elementi di fondo incongruenti che la stessa amministrazione ha ammesso, ma che però non sono stati risolti», lamenta Mimmo Cosentino della rete No Pua. «Questa è tutt’altro che una riqualificazione, ma una vera e propria devastazione territoriale  – aggiunge Giolì Vindigni – Lo dimostrano i primi insediamenti che non possiamo che definire fallimentari».

Sono molti i dubbi sulla legittimità del provvedimento e soprattutto sulla sua valenza pubblica. Anzi, le associazioni catanesi sono convinte che dietro a questa operazione ci sia la volontà della giunta di imporre «all’ufficio preposto la progettualità della ditta Stella Polare, che si ricorda essere un consorzio di privati a discapito dell’interesse pubblico, che viene palesemente offeso». Ancora dubbi da parte dei cittadini anche sulla solidità e l’affidabilità della società titolare del progetto che prevede un centro congressi, un’area destinata ai giochi, alberghi, parcheggi, un campo da golf e un acquario. «Si tratta di una società con sole due persone in organico, che non è proprietaria dei terreni in oggetto e di cui non si conosce la capacità organizzativa, tecnica e d economica. Quanto basta per destare alcuni sospetti», spiega uno degli avvocati del gruppo, Nello Papandrea.

La decisione di un eventuale annullamento in autotutela adesso spetta alla Regione siciliana. Due i presupposti perché possa essere applicata questa formula: «L’illegittimità del provvedimento e la mancanza di interesse pubblico», spiega Papandrea. «Noi siamo convinti che esistano entrambi i presupposti e speriamo di essere ascoltati», conclude.

desireemiranda

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