I musei archeologici siciliani? Chiusi per budget

IL ‘CASO’ DI SELINUNTE, CHE NEI GIORNI SCORSI – ED ERA UNA BELLA GIORNATA DI SOLE – HA LASCIATO DAVANTI I CANCELLI SBARRATI UNA DELEGAZIONE DI IMPRENDITORI CHE AVRBBERO VOLUTO VISITARE QUESTO SITO UNICO AL MONDO

Ovunque si vada nelle contrade, come nelle grandi città siciliane si sente ripetere una sola indicazione: la prima ricetta idonea a produrre sviluppo economico in Sicilia è il turismo. Magari non è del tutto vero, tuttavia è di certo un filone significativo dell’economia siciliana.

Lo è per il clima, lo è per il mare, lo è per la gastronomia e le leccornie dolciarie, lo è anche per le produzioni tipiche dell’agricoltura e per le testimonianze archeologiche che contrassegnano la plurimillenaria storia dell’Isola.

Ebbene, con l’avvento del Governo di Rosario Crocetta questa convinzione radicata è stata rivoluzionata. Adesso abbiamo capito in cosa consistesse il messaggio rivoluzionario dell’attuale presidente della Regione siciliana.

Com’è avvenuta la rivoluzione? Semplice: con i tagli nel bilancio regionale dei fondi destinati alla cultura e, segnatamente, ai musei e ai parchi archeologici. Bravo Rosario, ti sei guadagnato una Crocetta al merito.

Cosa è successo di così rilevante da indurci ad assegnare al presidente della Regione siciliana un tale encomio? Raccontiamolo.

Domenica 27 ottobre una delegazione di manager di una multinazionale dell’alimentazione è rimasta dietro i cancelli chiusi del Parco archeologico di Selinunte.

La delegazione di manager era accompagnata dal dottore Lorenzo Russo, quale rappresentante degli interessi dei produttori di una delle tante specialità siciliane: la Nocellara del Belice. Una varietà pregiata di oliva coltivata, per lo più, nel Trapanese, con particolare riferimento alle contrade di Santa Ninfa, Castelvetrano e Campobello di Mazara. Il pomeriggio di quella domenica, alla fine dei colloqui d’affari la delegazione è stata condotta a visitare, con sorpresa, le rovine dell’antica città di Selinunte.

La sorpresa? Il sito archeologico era chiuso da robusti cancelli. Non è il caso di descrivere la sorpresa degli ospiti e dei visitatori. Si aspettavano di fare un’immersione tra le testimonianze storiche e culturali ed, invece, ‘nisba’.

“E’ assurdo, con una giornata splendida non abbiamo potuto far visitare il Parco ai nostri amici. Questa chiusura non era prevista sul sito”, ha esclamato, irritato, il dottore Lorenzo Russo. Ai visitatori non è rimasto che girare sui tacchi e tornarsene con le pive nel sacco. (a destra, foto tratta da spazioinwind.libero.it)

A fronte di questo episodio la direttrice del Parco, dottoressa Caterina Greco, ha chiarito la ragione di tale inconveniente: “Con la chiusura pomeridiana dei festivi nel periodo ottobre-marzo riusciamo a stare nel budget. In questo modo riusciamo ad avere più custodi nell’alta stagione”. E aggiunge: “Questo criterio era già in vigore dallo scorso anno”.

L’unica domanda da porre è: perché l’entrata in vigore del nuovo orario non nera nel sito? Non ci aspettiamo nessuna risposta, ma la domanda resta valida.

Ecco la ragione, pardon: la rivoluzione: è il budget, cioè lo stanziamento finanziario a disposizione della direzione del Parco per far funzionare il sito archeologico.

Decisamente, la vicenda dei siti archeologici e dei musei siciliani non è baciata dalla fortuna. Qualcuno in un passato recente si era inventato la gestione degli ingressi ai privati, con il risultato che degli incassi dei biglietti d’ingresso la Regione siciliana ha visto solo gli spiccioli.

Con la gestione diretta regolata dai tagli ai capitoli di bilancio si verificano episodi come quello appena riferito. Una soluzione che si profila è quella dell’ente Parco. Cioè un organo autonomo affidatario della gestione dei siti.

Qui nasce una questione grande quanto un casermone (una casa è troppo piccola). Questo ente riuscirà ad essere un soggetto di promozione turistica e culturale?

Il rischio grande che si corre è che con i criteri gestionali messi in campo, prima da Raffaele Lombardo – ricordate la sindrome da nomine che assaliva quel presidente della Regione? – oggi con Rosario Crocetta ed il suo ispiratore, senatore Giuseppe Lumia i risultati potrebbero essere scarsi. Per costoro, infatti, la politica non è la condizione dei cittadini e l’adozione di provvedimenti finalizzati a migliorarla. No, per loro la politica è quanti amici e clientes posso collocare nei posti di potere e garantirmi il futuro politico?

Ecco, il grande rischio è tutto qui.

 

Riccardo Gueci

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