Da oggi LinkSicilia inaugura una nuova rubrica che presto occuperà uno spazio ben in evidenza nella nostra homepage. Si chiama ‘I have a dream’ ed è aperta a tutti i lettori che ci vorranno raccontare i loro sogni, ad occhi chiusi o aperti. Apriamo noi le danza noi, con un sogno stranissimo. Che conferma quanto sia misterioso il mondo onirico. Si tratta, infatti, di un sogno che si è presentato nella stessa notte e nelle stesse forme a tutti noi di LinkSicilia. Non potete immaginare lo stupore quando, una mattina in redazione, abbiamo scoperto la coincidenza. Ve lo raccontiamo.
Era quasi sera. Vagavamo per i campi e le spiagge di Porto Empedocle, come c’eravamo arrivati chissà. All’orizzonte, ciminiere e degrado. C’era freddo. All’improvviso, scorgiamo su una rupe la figura di un uomo con lo sguardo fisso nel vuoto, mentre il vento scuote impietoso il suo corpo semi scoperto. Ci avviciniamo per chiedergli se ha bisogno di qualcosa e restiamo colpiti dalla tristezza che traspare dai suoi occhi blu ghiaccio. E’ biondissmo. Pensiamo si tratti di un turista scandinavo depresso o disperso. Gli chiediamo in inglese se ha bisogno di aiuto: “Can I help you at all?”. Ci guarda smarrito: “No speak english” risponde.
A quel punto ci sentiamo disarmati: con le altre lingue, quelle scandinave in particolare, non ce la caviamo per niente. Poi la svolta: “Mi chiamo Lillo, sono di qua”, ci dice quasi tra le lacrime. Commossi, gli offriamo una caramella: “Lillo, che ti è successo? Perché sei così triste? Non temere: qualsiasi cosa sia passerà”. Non l’avessimo mai detto. L’uomo biondo di Porto Empedocle scoppia in lacrime: “No, questo non passa”, ci dice singhiozzando.
Ci racconta la sua storia:
“Voi non mi conoscete. Ma io sono il Sindaco di questa città e sono anche un deputato regionale, o meglio lo ero. Da qualche giorno ho deciso di mollare tutto e di andare in Tibet per sette anni, non un giorno in meno. Troppa la pena che provo, rimorso misto a rabbia – dice Lillo di Porto Empedocle scoppiando di nuovo a piangere -. Non so che mi è preso, ma qualche anno fa, sempre da Sindaco, ho fatto di tutto perché si autorizzasse il progetto di un mega rigassificatore nel territorio di questo Comune, al confine con quello di Agrigento, a poche centinaia di metri dal Parco Archeologico della Valle dei Templi…”.
Ma come, Lillo? Vicino all’area archeologica considerata dall’Unesco tra le più belle al mondo?
“Già – ci dice tenendosi la testa tra le mani – non ci posso credere neanche io. Non solo vicino ai Templi, ma anche al centro abitato. Una cosa che non si è mai vista in nessuna parte del globo terrestre. E poi ho capito perché. Ho scoperto che esiste una direttiva dell’Ue, cosiddetta di Seveso, che li considera impianti industriali ad alto rischio incidente…”.
Ma come, Lillo, non lo sapevi?
“No, vi giuro di no – ci dice singhiozzando – se lo avessi saputo mi sarei opposto come hanno provato fare molti cittadini. Che tentavano di spiegarmi che già il solo fatto che erano previste compensazioni significava che il danno c’è. Eppure io mi sono lasciato convincere… “.
Da chi?
“Che vi debbo dire? Pure il PD che in teoria dovrebbe essere un partito sensibile ai temi culturali e ambientali, era d’accordo. Allora ho pensato: se sono d’accordo loro che si riempiono la bocca di certi argomenti, allora vuol dire che è tutto a posto. Invece non era così. E ho pure capito che la Sicilia non avrà nessun vantaggio. Solo rischi. Così oggi – continua il biondo Lillo – mi ritrovo qui con una ferita nell’anima che mi sta gettando nella disperazione… Sono pentito, sono troppo pentito…”.
A questo punto, pur rimanendo attoniti, gli diamo una pacca sulla spalla per consolarlo. Ci guarda come in cerca di risposte. Che non abbiamo. Ci limitiamo a dirgli che prendere coscienza dei propri errori è già un passo in avanti. Poi ci viene un’idea: Lillo, ma non hai detto che vuoi andare in Tibet per espiare la tua pena?
“Sì – ci risponde – per sette anni, non un giorno in meno”.
Bene, vedi se riesci a convincere il Dalai Lama ad intestarsi questa battaglia, portalo in Sicilia. Magari lui, dall’alto della sua luce, riesce a scuotere le coscienza di tutti quei politici ascari che prima hanno dato il loro assenso ed ora fanno finta di niente.
Ecco allora un sorriso illuminare così tanto il suo volto da fare invidia all’Enel: “Siiiii, bella idea!!! Ve lo prometto, vi porto il Dalai Lama, parola mia, mi farò perdonare”.
Si alza dalla rupe e quasi saltellando di gioia si allontana. Poi si gira per salutarci ancora e grida:
“Ma il viaggio del Dalai Lama lo facciamo sponsorizzare all’Enel?”.
Non c’è tempo di rispondergli. La sveglia suona.
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